02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Speciale Economia - E la cultura del vino doc apre la caccia alla tenuta. Il boom dei vigneti è nato con il Chianti. Ora la moda dilaga dovunque. I prezzi ? Diversificati, ma sempre alti ? ...

“In Chianti, negli anni Settanta, un ettaro di vigneto costava 3 milioni di lire: oggi vale 80/100 volte tanto, 300 milioni, ovvero 150.000 euro. Ma il boom dei terreni non è soltanto il Chianti: il valore della terra segue quello del vino e del suo fascino e cultura”. E solo un esempio di come oggi tanti imprenditori illuminati del mondo del vino spiegano come il vigneto sia davvero un ottimo investimento e che, per di più, non conosce la fluttuazioni dei titoli di Borsa. Fortunato, quindi, chi ci ha creduto, fortunato anche chi ha visto in queste campagne prima abbandonate qualcosa di più di una casolare da ristrutturare, fortunato ma anche coraggioso chi ha puntato su un prodotto italiano di qualità che non poteva che crescere, come il vino. Il vino chiaramente di qualità che oggi si è trasformato in stile di vita, e che quindi ha portato tanti imprenditori ed appassionati della campagna alla ricerca di tenuta da sogno, incantevoli filari di vite e straordinari casolari. Così oggi la tenuta la cercano industriali, stilisti, artisti, imprenditori del mondo del lusso .... (da Sting a Ferragamo, da Cragnotti a Chia, solo per fare alcuni esempi). Ed i territori del vino fanno boom ... E così famosi vignaioli, già impegnati nelle regioni d’eccellenza (Toscana, Piemonte, Friuli, Veneto …), cercano nuove strade e si spostano dal Nord al Sud verso le regioni emergenti: è l’esempio di Gianni Zonin. Dall’alto dei suoi 1800 ettari di vigneti, Zonin è stato il primo a capire le potenzialità del Sud, ed in particolare della Sicilia (dove da poco ha inaugurato il suo “Feudo Principi di Butera”, con tre vini già strapremiati dalle Guide: Cabernet, Merlot, Nero d’Avola) ma anche della Puglia (con le Masserie Conti Martini-Carissimo, oggi con 40 ettari di vigneto ma presto se ne aggiungeranno altri 60: è l’area del Primitivo di Manduria e di vitigni come il Negroamaro e l’Aglianico). “Io credo moltissimo nel Sud d’Italia - spiega - ci sono territori straordinari dal punto di vista viticolo, c’è il sole … , perché no, gli uomini, fondamentali per fare qualità in vigna ed in cantina”.Ma a convincere Gianni Zonin a scommettere sul Mezzogiorno, sono state soprattutto le grandi potenzialità dei vitigni autoctoni, che celebrati in tutto il mondo, dopo decenni d’oblio: “nel Sud Italia oggi è possibile produrre - continua - vini in linea con le nuove richieste dei consumatori, ormai sempre più orientati verso rossi corposi e ben strutturati, che si avvicinano come gusti a quelli prodotti nei paesi emergenti, Australia e Cile in testa”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024