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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

La cantina diventa d'autore ... C’è chi sceglie la linea "cattedrale", il "tempio" dedicato alle religioni del gusto di vivere. Chi preferisce la continuità con il territorio e la storia della sua civiltà, e disegna linee che ricordano antichi manieri ingentiliti però in forme morbide e arricchiti di agili e slanciate colonne, impreziosite da materiali di contaminazione, vetri e acciai estranei ma integrati senza insulto. E c’è poi chi, invece, punta sull’effetto più strabiliante: tutto nascosto, tutto nelle viscere della terra, i materiali nobili della Toscana - marmo, cotto, pietra serena - celati alla vista da una morbida collina, lungo la quale si potrà intuire solo un taglio. Come un sorriso.

Monumenti del Terzo Millennio. Opere d’arte coniugate alla dignità di un lavoro antico ma sempre meno empirico e casuale, sempre più guidato dalla scienza, dal sapere. Cantine d’autore. Cantine Grandi Firme, gli architetti più famosi del mondo che progettano, curano fino nei dettagli le nuove cattedrali del vino. Anche nell’ingegneria, più ricercata, più raffinata per cercare le soluzioni più naturali: l’uva accompagnata ai tini dalla sola forza della gravità, niente stress fin dalla gestazione, per i grandi vini del Duemila.

La Toscana fa scuola, l’ultima arrivata nel leggendario polo delle cantine griffate, tra la Maremma e il Chianti, è Gae Aulenti: sua la firma sul progetto della cantina che si costruirà a Campo al Sasso, zona di Bibbona, Costa degli Etruschi: a due passi da Bolgheri dove ha lanciato la mitica tenuta dell’Ornellaia, Ludovico Antinori si riunisce dopo anni di strade separate con il fratello Piero per un’avventura che è una scommessa alla grande nella Bordeaux d’Italia. Dove le Grandi Firme sono ormai di casa, dove le cantine d’autore, in tempi che non si annunciano lunghissimi, costituiranno una stupefacente processione. A Bolghereaux, pardon, a Bolgheri sorgerà la struttura di Campo al Mare, la tenuta di Ambrogio e Giovanni Folonari: il disegno è stato affidato a un francese, quel Jean-Michel Willemotte che con Ieoh Ming Pei ha ideato la "piramide" d’accesso al Louvre, sarà una torre cilindrica in vetro con due ali in laterizio rosso, poi cipressi e pannelli in legno, insomma quel nuovo che ha un pizzico di sapore antico. Più al nuopvo indulge invece, poco distante, la cantina di Ca’Marcanda che Giovanni Bo ha realizzato per Angelo Gaja a Castagneto Carducci: il re del Barbaresco punta sui suoi grandi rossi toscani, il Promis e il Magari e il camarcanda, in una struttura che fonde modernità e spazio tra legno e tubi di ferro che vengono da un oleodotto dismesso in Romania. Si scende lungo la riva del Tirreno, colli ricchissimi, vigneti curati come giardini, ecco Petra, uno dei cuori dell’impero che Terra Moretti ha messo in piedi nel sud della Toscana: a Suvereto c’è Petra, disegnata da Mario Botta per l’amico Vittorio Moretti come un enorme cilindro troncato da un piano inclinato, tutto in laterizio, che ricorda un tempio azteco; a Castiglion della Pescaia c’è invece L’Andana, il relais più ristorante "stellato" in joint venture con Alain Ducasse. E infine, Gavorrano: ecco Rocca di Frassinello, azienda condotta in tandem da Paolo Panerai, editore e già vigneron al Castellare di Castellina in Chianti e dalla Domaines Laffite Rotschild. Ancora un padiglione in vetro, una torre, un sagrato a nascondere l’anfiteatro sotterraneo che ospita 2500 botti: è la visione di Renzo Piano. Quelle di Piero Sartogo e Nathalie Grenon raccontano invece storie di castelli, come a Monti in Chianti, dove hanno firmato la cantina di Badia a Coltibuono, l’azienda guidata da Emanuela Stucchi Prinetti, o idee di grazia sobria e leggiadra, come nella barricaia stile alhambra di Castelgiocondo a Montalcino, proprietà dei Frescobaldi per i quali al Podere la Capitana dei Frescobaldi in zona Morellino di Scansano Sartogo & Grenon hanno invece pensato una "ferita" aperta nella collina, tutta sotto una curva di livello, resa slanciata dal solito gioco delle colonne.

Sotto la terra, già. Sarà così la nuova cantina, solo un "sorriso", un sentiero di mezza costa sulla collina di Bargino, comune di San Casciano, della Marchesi Antinori. Una firma giovane ma di sicuro avvenire, quella di Marco Casamonti: là sotto, tra scaloni avveniristici e ambienti da futuro hi-tech, l’impero di Piero Antinori prevede anche un forno per il pane e una vinsanteria, un museo e un piccolo vivaio. Un auditorium per le sfilate di moda completa invece la nuova cantina di Ferruccio Ferragamo al Borro, la tenuta che fu di Amedeo d’Aosta.

Non solo Toscana, naturalmente. Massimiliano Fuksas ha ridisegnato la distilleria Nardini a Bassano del Grappa come una cantina-alambicco fatta di due bolle ellissoidi sospese. E poi Ricardo Bofil all’opera per Cateau Laffite-Rotschild in Francia, Santiago Calatrava che progetta per la Bodega Ysios nei Paesi Baschi, quasi a fianco di Frank O. Gehry, mentre Mathias Klotz "firma" in Cile e Michael Graves in California. Il mondo del vino globalizzato dalle matite.

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