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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Notti senza alcol? No del ministro ... Il consiglio regionale veneto vieta all’unanimità la vendita di alcol nei locali pubblici dall’una alle sei del mattino e l’unico a protestare, assieme ai gestori delle discoteche, è il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro. Degli oltre 600 automobilistiche ogni anno muoiono negli incidenti sulle strade del Veneto l’85% è di età compresa tra i 18 e i 29 anni.
Questi giovani perdono la vita prevalentemente in scontri frontali o finendo fuori strada tra le due e le cinque del mattino, mentre, dopo aver alzato il gomito, fanno ritorno a casa. Le statistiche parlano chiaro: la gran parte delle vittime è tradita dai colpi di sonno o dalla lentezza dei riflessi provocati da un cocktail micidiale: stanchezza e alcol, cui si aggiunge molto spesso la droga. Così la terza commissione del Consiglio regionale, dopo aver anticipato dalle 23/4 alle 22/3 l’orario di apertura e chiusura di night e dancing, con l’articolo 6 del nuovo progetto di legge ha messo al bando la vendita di bevande alcoliche in una fascia oraria particolarmente a rischio.
Hanno votato a favore tutti i partiti dei due schieramenti, salvo Rifondazione comunista. Una decisione approvata dai familiari delle vittime, dalla polizia stradale e dai medici, ma non dal ministro dell’Agricoltura che, forse perché trovandosi a Conegliano in mezzo ai viticoltori impegnati nella difesa del Prosecco e del Valdobbiadene doc, ha parlato di una legge «incosciente» e di «eccessi salutistici», in sintonia con quanto dichiarano da tempo gli esercenti di enoteche, pub e birrerie che minacciano una chiusura in blocco dei locali. Sicuramente il bando dell’alcol dalla una alle 6 non scongiurerà le stragi del sabato sera ma farà sicuramente scendere l’indice di mortalità.
E’ vero, come sostiene Gianni Zonin, viticoltore e presidente della Banca Popolare di Vicenza, che non basta reprimere perché serve anche un impegno culturale attraverso una corretta educazione al bere. Ma un ministro non può, di fronte al mare di sangue che ogni anno bagna l’asfalto, bocciare in quattro e quattrotto il coraggioso e impopolare tentativo di limitare il numero degli incidenti e delle vittime con l’embargo notturno delle bevande alcoliche.
«Non è un bicchiere di buon vino, anche se bevuto dopo una certa ora, a causare tutti i problemi della sicurezza», ha minimizzato dalla Marca trevigiana De Castro. Fosse solo un bicchiere di buon vino, caro ministro. Consulti uno dei pochi etilomerri in circolazione e capirà quanto sia allarmante una situazione che anche questo giornale con una lunga e recente inchiesta sulle stragi stradali ha denunciato.
(arretrato de La Nazione/Giorno/Carlino del 18 dicembre 2006) 

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