02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

“La riforma Ue? Un pericolo per il vino italiano” ... Intervista. Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, attacca Bruxelles: “Tutto Da Rifare”… “Una proposta pericolosa per il nostro sistema vitivinicolo che deve essere totalmente riformulata”. Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, è in visita alla Sis, big tra le (poche) società sementiere nazionali, ma non si sottrae a parlare di vino. E non solo di quello.
La stroncatura delle proposte di Bruxelles è netta...
“La Commissione europea non ha ascoltato le istanze dei produttori. Si vuole aumentare la competitività del sistema vino europeo, ma poi si adottano strumenti contradditori, che scardinano il legame col territorio. Si propone un’ingente estirpazione quando la superficie vitata comunitaria mostra già un trend in netta diminuzione. Ci si preoccupa poi della sovrapproduzione di vino e del sostegno ai redditi dei viticoltori, ma contemporaneamente si propone la liberalizzazione degli impianti dal 2014, col che si perderebbe il controllo del potenziale viticolo, con rischi di eccessiva crescita delle superfici. L’unica nota positiva è il divieto di zuccheraggio: un principio fondamentale, che andrà assolutamente difeso in un negoziato che si presenta arduo”.
Il mondo agricolo è in subbuglio dopo la discesa in piazza della Coldiretti contro il ministro, accusato di attentare alla qualità del mode in Italy?
“Mi è sembrata più che altro una strumentalizzazione di ordine politico: c’era bisogno di individuare un nemico... Oggi bisogna rimettere l’agricoltura al centro dell’agenda economica del Paese e per farlo serve un impegno comune non fatto di buonismo ma di un progetto senza colorazioni politiche e al riparo da tentazioni di egemonia sindacale”.
Chi attenta alla qualità del made in Italy?
“Non voglio entrare nel merito delle polemiche, ognuno risponde per sé. Tuffi vogliamo la tutela del made in Italy, che è la nostra carta vincente. Ma per promuoverlo nel mondo servono imprese forti, che magari si aggreghino in partnership commerciali tra loro e con la Gdo. Rifuggiamo da una visione dell’agricoltura fatta di sagre paesane, carrettini e bancarelle, cogestita da verdi e no-global. Un’agricoltura folcloristica senza connotati economici, che si fa soffocare dall’ideologia oltranzista e dalla cattiva politica”.
A proposito, che si fa con gli Ogm?
“La ricerca deve andare avanti, non possiamo restare il fanalino di coda dell’Europa nelle biotecnologie. La vera tutela del consumatore si bara sulla ricerca pubblica e sulla corretta informazione al consumatore. Una classe politica responsabile sa fare anche scelte impopolari”. E sui farmers market, i mercatini degli agricoltori?
“Ben vengano, purché non ci illudiamo che possano risolvere da soli il problema dei prezzi e della commercializzazione dell’agroalimentare. E’ una via da percorrere: a noi spetta creare il contesto, all’imprenditore l’onere della scelta”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024