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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Lotta all’alcol, pugno di ferro: “Guida o bevi, decidi tu” ... La ricetta. Così la Gran Bretagna ha dimezzato le vittime della strada... Caro Direttore, gli Inglesi hanno dimezzato morti e feriti sulle strade in pochi anni, conquistando l’ultimo posto in Europa alla voce pericolosità sulle strade (quella stessa voce che ci vede, invece, indossare la maglia nera dell’intero continente). Trent’anni fa i morti per incidenti stradali in Gran Bretagna erano più o meno 6.000 l’anno, oggi sono scesi a meno di 3.500 con una diminuizione che supera il 40 per cento. Ancora maggiore è il calo dei feriti gravi, scesi sul suolo inglese del 45 per cento.
Un risultato straordinario, frutto di una campagna puntigliosa che ha riguardato, in prima battuta, le vittime del sabato sera. In 30 anni le massicce campagne contro le stragi del weekend hanno salvato circa 30mila vite in Gran Bretagna, secondo le stime del Dipartimento dei Trasporti inglese. “A metà degli anni ’70 le morti legate alla guida in stato di ebbrezza, tipiche del weekend, erano più di 2.000. Oggi sono circa 560 (2.600 i gravemente feriti)”, ha spiegato un funzionario del Dipartimento.
La campagna d’oltremanica è consistita (e consiste) in poche, efficaci mosse. Eccole.
“Drink or drive. You decide” (“Guida o bevi. Decidi tu”) è lo slogan che i frequentatori di bar, pub e discoteche si trovano appeso sui muri, nelle toilette, scritto sui sottobicchieri delle pinte di birra, ma anche sui cartoni del latte. Spot martellanti alla radio, in tv e al cinema, prima dell’inizio del film, responsabilizzano chi si deve mettere alla guida dopo una notte di baldoria.
Mezzi pubblici raddoppiati. Durante i fine settimana il numero dei mezzi pubblici circolanti nelle principali città inglesi viene potenziato, così da consentire a chi voglia uscire di lasciare l’auto in garage. E i taxi, pur non essendo di proprietà comunale, vengono cooptati e suddivisi in turni, in modo che a qualsiasi ora della notte chi è troppo ubriaco per mettersi al volante possa arrivare a casa sano e salvo a un prezzo contenuto.
Pene inasprite. Gli esami per la patente sono stati resi più severi. Le pene per chi guida ubriaco sono state inasprite. Chi causa la morte di qualcuno può essere condannato fino a 14 anni di carcere. Chi, grazie agli alcol-test che sono stati raddoppiati in 10 anni, è beccato alla guida con un tasso alcolemico superiore a quello consentito (80 milligrammi di alcol in 100 millilitri di sangue) può essere rinchiuso per 6 mesi in prigione e multato per 7.500 euro. Pene non annacquabili.
Guerra alla velocità. Parte degli incassi delle multe sono reimpiegati per finanziare l'acquisto di etilometri e di autovelox. Perché è stata dichiarata guerra all’eccesso di velocità: in città sono stati introdotti limiti di 20 miglia orarie (circa 35 km.) nelle aree residenziali e presso le scuole. Per i recidivi, sono stati varati corsi di riabilitazione.
Sono queste le mosse pratiche che rispondono all’appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai promotori della campagna “Basta un attimo” contro le stragi del sabato sera in Riviera e in Italia. Napolitano precisa che è necessario investire nella sicurezza, sensibilizzare e informare i giovani, intraprendere azioni concrete a ogni livello, sia pubblico sia privato. A Londra e dintorni hanno risposto, con i fatti, già da anni.

Ogni anno in Italia sono 6mila i morti sulle strade per abuso di alcol, dei quali 2.800-3.000 vedono protagonisti i giovani tra i 18 e i 25 anni. A queste cifre spaventose bisogna aggiungere i 25mila decessi dovuti a dipendenza da alcol.
Questi i dati sconvolgenti che emergono da uno studio condotto dall’equipe del professor Emanuele Scafato, membro dell’Istituto superiore della sanità, nonché direttore del centro collaboratore dell’Organizzazione mondiale della sanità per la ricerca sull’alcol.
I dati, che prendono in esame il panorama europeo, sono stati presentati in occasione della conferenza stampa sulle strategie nazionali e internazionali da perseguire per combattere la piaga dell’alcol, che tanti danni sta producendo soprattutto tra i ragazzi, che si è tenuta presso la sede della fondazione dell’Enpam (Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri).
Ieri mattina, intanto si è svolta davanti palazzo Chigi, organizzata dall'Associazione dei familiari e vittime della strada, una manifestazione per chiedere a Quirinale, Governo e Parlamento “di reagire alla conclamata impossibilità di raggiungere l’obiettivo europeo del 2010 di dimezzare la strage sulle strade”. Sulle magliette dei partecipanti la scritta “Società invisibile”.

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