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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il commercio devastato … Il commento… Ormai la notizia del vino italiano sofisticato è partita e lo scandalo è assicurato. Le conseguenze saranno pesanti per il comparto più importante e fiorente dell’agro-alimentare. Tre aspetti meritano di essere considerati. Il primo, più grave, è che, secondo alcune informazioni, importanti partite di vino sarebbero state pesantemente sofisticate, quindi sarebbero pericolose per la salute dei consumatori. Non sono mancate le smentite, ma ciò non toglie che una quantità di consumatori, finché tutto non sarà ben chiarito, entreranno in un regime alimentare «secco». Il secondo aspetto, quasi sicuro, è che quelle partite siano state arricchite con zucchero di barbabietola, per accrescere il livello alcolico. Si tratterebbe sempre di una sofisticazione, ma senza conseguenze sanitarie, ma solo commerciali. In molti paesi dell’Europa Settentrionale ciò è, in certa misura, permesso per correggere le uve povere di zuccheri. In Italia non dovrebbe essere necessario, e comunque è proibito. La questione sarebbe grave soprattutto per i produttori seri e onesti, che si troverebbero a fronteggiare la concorrenza di prezzo di colleghi senza scrupoli.

Il terzo aspetto è che anche cantine importanti per la qualità abbiano fatto ricorso a taglio del proprio vino con vini di qualità mediocre o peggio e, naturalmente, di costo infimo. E questo sarebbe per gli acquirenti e i consumatori il peggiore degli insulti e una vera profanazione. Nel passato, ci fu già lo scandalo del metanolo nel vino, che avvelenò numerose persone e che ebbe effetti disastrosi per l’Italia. Allora, fu conseguenza di una sofisticazione fatta non per ingannare i consumatori, ma per consegnare alla distillazione obbligatoria un liquido di costo basso, difficile da distinguere dal vino vero, che comunque finiva con l’essere utilizzato per scopi energetici. Solo che alcune partite finirono nella catena commerciale (perché è difficile tenerle separate) e andarono al consumo. Fu un errore non voluto. Quello che sta accadendo non sembra pericoloso per la salute umana, ma dal punto di vista commerciale è peggio, sia perché è voluto, sia perché compromette l’immagine di uno dei prodotti nazionali di maggiore successo degli ultimi vent’anni.

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