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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

La lettera di … Pandolfi… Caro ministro Matteoli, Le diamo, con fiducia e speranza, sette giorni di “tregua”: la scorsa settimana ha giurato, in quella che inizia oggi incasserà la fiducia parlamentare ma da lunedì prossimo dovrà mettersi al lavoro di corsa, perché c’è tanto da fare. Di corsa è un modo di dire, ovvio, visto che Lei si è appena insediato alla guida di un ministero (quello dei Trasporti) che si occupa di sicurezza stradale e avrà un compito un po’ bizzarro: dovrà pigiare sull’acceleratore governativo per far andar più piano (in auto) gli italiani. Ma andiamo al sodo, e partiamo dai seggiolini.

Una tragedia come quella di Pieve Emanuele di Milano, concorderà con noi, non si deve più ripetere. Tre idee operative: 1) facciamo più controlli; 2) inaspriamo magari le pene ai genitori incoscienti; 3) sensibilizziamo le scuole guide ad insegnare di più e meglio l’Abc della sicurezza stradale per i bambini. Ma non ci sono solo i seggiolini, ovvio.

Un altro esempio: molte strade italiane sono pericolosissime e fanno decisamente schifo (scusi il termine, ma così ci si capisce meglio). Da Lei, che è capo pure delle Infrastrutture, ci aspettiamo molto. E poi la lotta agli automobilisti ubriachi, ai pirati della strada e a chi guida sotto l’effetto di stupefacenti. Quest’ultima è una super emergenza: per colpa di un buco legislativo, in Italia i controlli antidroga fanno ridere. Serve subito che il narcotest (accertamento da parte degli agenti su saliva e sudore) abbia la stessa efficacia giuridica dell’etilometro utilizzato per l'alcol. Oggi non funziona così. Oggi può succedere (e succede) che con un bicchiere di vino in più ti ritirano la patente e finisci in un mare di guai, mentre se guidi impasticcato o drogato marcio, la passi liscia. Così non va, signor ministro. Dunque, fin da ora, buon lavoro.

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