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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Fiano d’Avellino, l’amico dei piatti estivi ... Aperitivi, frutti di mare crudi, pesce freddo, zuppe a base di verdura, linguine o risotto agli scampi, rombo al cartoccio, antipasti con caviale, aragoste o ostriche. Son tutti piatti “nobili” che, soprattutto nella stagione estiva, richiedono un abbinamento adeguato al loro blasone e garantito dal Fiano di Avellino. E’ il vino bianco più raffinato d’Italia, non solo per le caratteristiche organolettiche, ma anche per la peculiarità di sfidare il tempo, che gli dona intensità e complessità. Dal 2003 questa eccellenza dell’Italia del Sud è diventata una Denominazione di origine controllata e garantita. Il disciplinare di produzione impone l’utilizzo del vitigno Fiano per l’85 per cento, eventualmente integrato da uve Coda di volpe bianca, Greco e Trebbiano toscano, da sole o congiuntamente nella misura massima del 15 per cento.
Deve avere una gradazione alcolica minima di 11,5 per cento. Il Fiano viene prodotto in una zona piuttosto vasta che oltre alla Valle del Sabato fino alla Valle del Calore e comprende 26 comuni tutti vocati alla coltivazione della vite. Il centro della produzione è il cuore della provincia di Avellino. La curiosità che riguarda questo vino risiede nel fatto che viene ricavato da un vitigno archeologico, chiamato Vitis apiana dagli antichi romani perchè era il più gradito dalle api. In passato sono stati suoi grandissimi estimatori Federico II di Svevia e Carlo II d’Angiò. Oltre a quelli già citati trova un abbinamento ideale con un piatto caratteristico della cucina napoletana, i vermicelli con cozze al naturale. Ottimo anche con i polpi alla Luciana, cucinati con la ricetta tipica del rione Santa Lucia: lessati, tagliati a pezzetti, conditi con olio extravergine di oliva, limone, sale e pepe. Va servito in calici per vini bianchi ricchi di corpo ad una temperatura di 8-10 gradi centigradi.

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