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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Vino, il dono preferito dagli italiani ... Come sceglierlo senza rischiare di fare un acquisto che non giustifica il costo elevato... Toglieteci tutto, ma non il brindisi. Secondo una stima del Forum spumanti d’Italia alle Bollicine non si rinuncia soprattutto durante le festività. Nei giorni a cavallo tra il 2008 ed il 2009 verranno stappate tra 110-112 milioni di bottiglie, sia italiane sia straniere, con una spesa di circa 800 milioni di euro. Un altro sondaggio ha invece scoperto che la crisi economica ha cambiato l’approccio degli italiani nei confronti del vino. Se infatti cresce il numero dei bevitori, pari all’80 per cento della popolazione, aumenta anche la loro attenzione al rapporto qualità/prezzo, (61 per cento). Sono alcuni dei risultati del sondaggio di Confagricoltura intitolato “Il vino nel mercato globale”. Il prezzo è dunque il primo criterio di scelta del vino al ristorante da parte degli italiani, che prediligono il nettare di Bacco anche come regalo natalizio. Se è infatti vero i libri sono, per gli italiani, il regalo di Natale che quest’anno, preferirebbero ricevere, è altrettanto vero che il vino rimane la prima opzione per chi il regalo lo vuole fare. Regalare un vino è come regalare un libro ed entrare in enoteca è come entrare in libreria. E’ possibile perdersi e incantarsi per ore. D’altro canto il vino è tradizione, storia e cultura. Come orientarsi nella scelta? Innanzitutto occorre recarsi in una enoteca di fiducia. Al collega o all’amico inesperto non regalerete una bottiglia degli anni Sessanta: non l’apprezzerebbe! Un eno-appassionato vi ringrazierà invece tutta la vita. E il prezzo? L’equazione bottiglia costosa-bottiglia di ottimo livello non ha più la valenza di qualche anno fa. L’educazione al gusto ha creato consumatori consapevoli. E la consapevolezza ha portato a distinguere tra ciò che è caro e ciò che è costoso. Caro è un vino fuori prezzo, con una qualità che non giustifica l’acquisto. Costoso è un vino che non è per tutti ma che qualitativamente possiede i requisiti per cui dalla vendemmia all’invecchiamento si è raggiunta l’eccellenza. Alcune denominazioni (Barolo, Barbaresco, Brunello, Franciacorta) non possono scendere, per ragioni produttive e di mercato, sotto un certo prezzo. Altre denominazioni hanno costi inferiori, ma ciò non significa che siano meno buone. Dipende, come al solito, dai gusti.

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