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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Marche, fra natura, arte e golosità ... Tartufo, vini, “crescia” da gustare negli antichi borghi... L’eterogeneità del territorio delle Marche, che integra aspre montagne, sinuose colline ed una costa bassa si riflette nella ricca e complessa tradizione culinaria e folcloristica. Per un itinerario che coniughi cultura ed enogastronomia suggeriamo quattro tappe che permettono di scoprire un entroterra poco conosciuto ma ricco di fascino: Acqualagna, Pergola, Serra San Quirico e Cupramontana. La prima è già un caso unico in Italia (e molto probabilmente nel mondo) in quanto è una vera città-giacimento di tartufo. Può vantare tutto l’anno la presenza del prezioso tubero: dal bianchetto al bianco pregiato, dal nero allo scorzone estivo. Ma oltre al tartufo, merita attenzione l’Antiquarium di Pitinum Mergen, che offre l’opportunità di conoscere una fattoria di epoca romana, con oggetti di uso quotidiano. Poco lontano si incontra l’abbazia di San Vincenzo al Furlo, detta di Pietrapertusa del IX secolo, di cui ne furono abati San Romualdo e San Pier Damiani. Si prosegue per Pergola, il cui borgo si sviluppò intorno al Castello. Qui la vera chicca è il Museo dei Bronzi dorati, uno dei rarissimi gruppi scultorei equestri di età romana giunti fino a noi. Prodotto locale molto apprezzato è il vino di visciole, ottenuto da un’antica ricetta che utilizza la visciola fermentata con ottimo vino rosso strutturato della vendemmia precedente. Tipico è anche il Colli pesaresi Rosso, di pronta beva, dal sapore secco, piacevolmente morbido che si abbina a primi piatti, come i vincisgrassi, lasagne all’uovo sottilissime, condite con pomodoro, prosciutto, burro e tartufo nero, i taglierini al ragù oppure i salumi, come il ciauscolo e la coppa marchigiana. Prossima località è Serra San Quirico, interamente di pietra e adagiata sulla roccia. Il paese conserva intatto l’impianto medievale con le “Copertelle”, passaggi coperti che corrono lungo le mura. Da non perdere la chiesa di Santa Lucia uno dei più begli esempi di barocco marchigiano, l’abbazia benedettina di Sant’Elena, romanico-gotica dell’anno 1000 e le Grotte di Frasassi, uno dei più spettacolari complessi carsici del mondo. Qui si può apprezzare la “crescia”, una focaccia farcita, e la porchetta aromatizzata col finocchio selvatico, immancabile ripieno del coniglio. A pochi chilometri, sorge Cupramontana, che trae il nome dalla dea Cupra, divinità analoga ad Afrodite. Patria del Verdicchio Doc, cui è dedicata la Sagra dell’uva, che risale al 1928, è una delle zone di produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi, vino di fama internazionale e uno dei migliori vini da pesce, ottimo anche con i calcioni, un dolce di pane a forma di grosso raviolo con un ripieno di tuorli d’uovo e... pecorino.

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