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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il Brunello si mette a dieta ... Il Consorzio riduce la resa per ettaro a 60 quintali... Il presidente Rivella: “Una scelta preventiva per evitare di produrre troppo e far abbassare i prezzi”... Parola d’ordine: moderazione. I produttori di Brunello di Montalcino, duecentocinquanta aziende raggruppate nel Consorzio, hanno deciso di fare la “dieta”. Hanno scelto cioè di produrre meno vino, riducendo la resa per ettaro a sessanta quintali, contro gli 80 iniziali previsti dal disciplinare, fatti scendere poi nel corso degli ultimi cinque anni a 70. L’obiettivo di questa cura dimagrante per i vigneti che producono uno dei più blasonati e celebri vini al mondo è duplice: da un lato migliorare la qualità del prodotto (in agricoltura la quantità è sempre inversamente proporzionale alla qualità) e dall’altro sostenere i prezzi, cioè impedire che scendano, mediante il contenimento dell’offerta. In realtà il mercato, dopo le traversie degli ultimi anni, sta andando bene: nel 2010 si sono vendute 8 milioni 300 mila bottiglie contro i 7 milioni 200 mila del 2009, con un aumento del 15%. Ma i produttori vogliono affrontare il futuro con prudenza, camminando con i piedi di piombio. “È stata una scelta “preventiva” - ha commentato Ezio Rivella, presidente del Consorzio del Brunello. Per evitare di produrre troppo e di correre il rischio conseguente di non trovare compratori e di deprimere i prezzi”. La riduzione della resa dei vigneti si può declinare in due modi: fare arrivare meno grappoli alla maturazione o mantenere la produzione originaria ma destinando la parte eccedente i 60 quintali ad ettaro a vino da tavola, senza la preziosa etichetta. Rivella chiarisce che la riduzione delle rese in questa fase storica del mercato non si tradurrà sicuramente in un aumento dei prezzi: “Sarebbe già un buon risultato mantenerli ai livelli attuali. Sarebbe infatti un guaio se si innescassero tensioni al ribasso”. Così come è accaduto l’anno scorso, “quando sono state svendute le bottiglie eccedenti” ricorda Rivella. A proposito delle giacenze nelle cantine, il presidente del Consorzio dice però che “si stanno progressivamente smaltendo”. Rivella riassume la situazione con un’immagine: “Il Brunello non è un’isola felice ma abbiamo meno problemi di altri. Si tratta però di agire con oculatezza e di non far cadere il castello ma al contrario di rafforzarlo, di consolidarlo”. Un lavoro in questa direzione è rappresentato proprio dalla riduzione delle rese, una decisione che, racconta con soddisfazione Rivella, “è stata adottata con la quasi unanimità dei soci”. Con il sì anche dei piccoli produttori, per i quali è stata fatta un’eccezione (possono produrre 70 quintali per il primo ettaro di vigna) al fine di non penalizzarli troppo. Ora si guarda con cauto ottimismo al futuro. “Il mercato asiatico è una speranza - dice Rivella. Ma dobbiamo fare “corsi” nei Paesi dell’estremo oriente, in Cina, per educare la popolazione a bere vino. Un lavoro che il Bordeaux sta facendo bene...”.

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