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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Un Gran Noè in bianco ... Claudio Violino assessore alle risorse rurali del Friuli Venezia Giulia: “Promuoviamo il territorio attraverso i prodotti tipici. E premiamo i vini locali più caratteristici”... Il Friuli è il miglior terroir al mondo per i vini bianchi. E il recente premio Gran Noè - organizzato dall’Ersa, capitanata da Mirco Bellini - ha dimostrato ancora una volta l’altissimo profilo qualitativo raggiunto dai vini del Friuli Venezia Giulia. Artefice di questa politica della buona terra è Claudio Violino, assessore alle risorse rurali della Regione. È con lui che ne parliamo.

Il successo del Gran Noè dimostra i vini friulani sono al centro dell’attenzione. Ma come va il mercato?

“La grande attenzione che si è concentrata sul Gran Noè dimostra che il nostro intento di rivitalizzare un premio che era passato sotto traccia è stato positivo. La crisi ha determinato nel caso della vitivinicoltura del Friuli Venezia Giulia un ulteriore incremento di qualità. Non solo si è registrata l’ottima tenuta dei vini friulani sul mercato nazionale e internazionale, ma addirittura una crescita della domanda”.

La Regione sta conducendo una positiva campagna di valorizzazione del Friulano. Quali sono i risultati?

“Con la perdita del nome Tocai, si è resa necessaria una campagna che permettesse di far conoscere la nuova denominazione del nostro bianco autoctono e un’ attività promozionale più ampia per valorizzare il vino. Grazie anche allo stanziamento di fondi provenienti dal Ministero dell’Agricoltura diretto a suo tempo da Luca Zaia, si è poi pensato di ridare vigore all’intero comparto dell’agroalimentare, creando un marchio specifico, il Tipicamente Friulano. E ora funziona. Abbiamo richieste per il marchio non solo dall’agroalimentare, ma anche da negozi, dalla grande distribuzione e perfino dall’artigianato”.

Dal suo osservatorio ha riscontrato un ritorno dei bianchi?

“Il grande ritorno dei bianchi friulani, peraltro sempre molto apprezzati in Italia e anche all’estero, è innegabile. Lo dimostra il Gran Noè. I vini partecipanti sono stati 267, di cui 143 erano Friulano
e i restanti 124 Pinot Grigio”.

Il Friuli Venezia Giulia sta conducendo un’azione di qualità totale (San Daniele, Montasio, Sauris tanto per citarne alcuni). È un nuovo modello di sviluppo?

“Il marchio Tipicamente Friulano costituisce uno strumento di politica agricola fondamentale nell’ambito dell’economia globalizzata. Quella che intendiamo promuovere attraverso questa operazione è un vero e proprio rural new deal, ispirandoci al motto “pensare globale e agire locale”. Personalmente credo che questo debba essere il modello di sviluppo per il futuro, non solo in agricoltura”.

Il Friuli Venezia Giulia è un pioniere della promozione del territorio attraverso i prodotti. Che bilancio trae?

“Direi che promuovere il territorio attraverso sinergie tra tutti i settori (enogastronomia, turismo, cultura) è una strategia che permette di utilizzare al meglio le proprie forze per un obiettivo comune. La parola chiave per il futuro sviluppo è l’identità. Dobbiamo ripartire da qui per dare al nostro territorio e a tutte le sue attività economiche, nuova luce”.

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