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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

La parte del leone la fanno sempre loro, i francesi. Ma i ‘nostri’ sono stati all’altezza del nome del prestigio, difendendosi molto bene e raggiungendo un venduto pari al 90% del battuto. Si è chiusa con un incasso intorno ai 150mila euro l’asta Pandolfini dedicata ieri ai vini pregiati e da collezione. E ciò nonostante il flop del pezzo forte messo all’incanto, su cui erano concentrate le maggiori attese, ossia le 12 bottiglie di Chateau Lafite Rothschild 1986 del valore a base d’asta di 13-14mila euro, ritirato per il mancato raggiungimento del valore minimo di stima: “I lotti più importanti - spiega Francesco Tanzi, esperto di vini pregiati e da collezione della maison Pandolfini e conduttore dell’asta - di solito sono contesi fra clienti del mercato orientale, ed è proprio quel segmento di compratori che si trova in una fase di stasi, per cui non siamo molto sorpresi. Anzi, complessivamente siamo soddisfatti delle vendite, specialmente per il settore italiano. Un esempio per tutti: i vini Antinori sono stati battuti mediamente al doppio della loro stima”. Per la prima volta la vendita all’incanto dei vini si è svolta nelle eleganti sale di Palazzo Ramirez Montalvo in Borgo Albizi, preceduta da una degustazione offerta dai marchesi Antinori. E in mezzo a oggetti d’arte di ogni epoca, dove l’ideale profumo di tannino si mescolava ai colori dei dipinti antichi in esposizione, pronti all’asta del 4 aprile prossimo, ha sfilato il meglio della produzione italiana, in varie annate e formati, a partire dai grandi Supertuscans come Sassicaia, Ornellaia, Solaia e Masseto, passando per il Brunello di Montalcino, fino ai Barolo piemontesi:
proprio una selezione di Barolo riserva di Bruno Giacosa (annate 2000, 2001 e 2004) ha raggiunto i
1900 euro. Oltre una cinquantina di composti ma agguerriti compratori si sono così contesi ieri pomeriggio 215 lotti, di cui 98 provenienti dalle fattorie di casa nostra. Collezionisti, appassionati, broker e ristoratori hanno duellato a distanza con molti altri pretendenti al telefono, oltre a coloro che avevano fatto pervenire la loro offerta scritta all’organizzazione dell’asta. Un pubblico prevalentemente italiano, anche se alcuni giovani compratori cinesi si sono portati via diversi lotti, compiaciuti di averli strappati a qualche attempato e distinto signore toscano. La vivace competizione è iniziata fin dal lotto numero uno, con un Solaia Antinori 2008, una bottiglia da sei litri, che da 750 euro è arrivata a 1.200 (diritti d’asta compresi). Ed è proseguita poi col lotto 5, sempre con un Solaia Antinori 1997, bottiglia da 3 litri partita da 550 e venduta a 900 euro.
Per restare sul territorio nazionale, bella performance del Brunello di Montalcino Case Basse Riserva Soldera 2001: sei bottiglie hanno più che raddoppiato il prezzo di partenza: da 500 a 1.100 euro. E ancora meglio ha fatto la bottiglia da 12 litri Le Pergole Torte Montevertigine 2000 da 500 euro si è fermato a 1350. Certo, a far lievitare i costi ci ha pensato la sezione dei francesi, con i Bourgogne e i Bourdeaux in testa, a cominciare dal lotto 124 del Musigny Grand Cru Domaine G.Roumier 2005, la bottiglia record ieri portata via a 4.000 euro.

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