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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

L’Italia è frizzante ... Bollicine, il motore dell’export ... Sono le bollicine che trainano l’export del Belpaese enologico nel mondo. Dietro al record dei 4,4 miliardi di export in valore del 2011 (+12% sul 2010) c’è il boom degli spumanti (leggasi Prosecco) con uno strabiliante + 30%. Negli ultimi Otto anni l’esportazione di Prosecco è cresciuta quasi del 100% arrivando ad un volume di circa 25 milioni di bottiglie mentre nel 2003 superava di poco i 12 milioni. Oggi circa il 40% dell’intera produzione viene esportato nei cinque continenti. Primo mercato si conferma la Germania, con il 34,3%, seguita da Stati Uniti (+ 81,9% in raffronto al 2009) e il Canada (+44,6%). Ormai il caso Prosecco è destinato ai manuali di economia a dimostrazione di come il successo di un vino possa rilanciare un territorio. Il ministero del Lavoro ha preso in esame il distretto di Conegliano Valdobbiadene come case history per combattere la crisi. Oggi il Prosecco Superiore vale 65,7 milioni di bottiglie, con una crescita annua dei volumi del +9,5% ed una crescita complessiva a valore del 60%, passato da 250 milioni a 400 milioni di euro. Uno sviluppo che ha permesso la creazione di nuovi posti di lavoro, in particolare nelle mansioni di export manager (+ 2% nell’ultimo anno) e di enologo (1,5 per cantina) e oggi le 166 aziende produttrici impiegano più di 5000 persone. “L’italian style trionfa nel mondo e crea occupazione in Italia”, sintetizza Giampietro Comolli, studioso dei distretti del vino e fondatore dell’osservatoriowww.ovse.org. “Si conferma una crescita dei consumi domestici, un aumento degli acquisti direttamente alla produzione, un aumento dei consumi di Prosecco Docg nei locali aperti al pubblico, un aumento delle vendite di Prosecco Doc nella Gdo, un incremento per i Moscati Spumanti con l’Asti docg in testa. Il Nord Ovest italiano diventa la prima area per bottiglie stappate con il 31% del totale di metodo italiano, in leggera crescita il centro Italia (+ 4%) e il sud, ma ben lontano dalle potenzialità e soprattutto con un prezzo medio della bottiglia al consumo inferiore al prezzo della stessa etichetta nel Nord”. Al Sud c’è un forte potenziale di crescita, secondo l’osservatorio di Comolli, “attivando occasioni d’incontro e puntando sui consumi non domestici”.


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