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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Sfide e progetti per tutelare il vino italiano ... Il ministro Catania: “No alla liberalizzazione di nuovi vigneti” ... Alla vigilia del Vinitaly (Verona 25-28 marzo) abbiamo chiesto al ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania, un super-tecnico, di tracciare un profilo delle sfide che attendono il vino italiano.

Il vino italiano ha battuto il record di export: 4,4 miliardi nel 2011. Cosa s’intende fare per mantenere questa leadership?

“Questa e evidentemente una buona notizia, per la prima volta l’export del vino supera il consumo interno. Per la nostra bilancia commerciale si tratta di un dato assolutamente positivo. Nello stesso tempo da un lato dimostra come il lavoro fatto dai nostri imprenditori sulla qualità abbia pagato, dall’altro ci stimola a continuare ad impegnarci sul fronte della promozione all’estero. Abbiamo uno strumento importante costituito dai fondi dell’Unione europea. Nelle prossime settimane emaneremo il nuovo bando che per il 2012/2013 prevede fondi per 100 milioni di euro, pari a quelli stanziati complessivamente nei tre anni precedenti. Però è indispensabile che le aziende siano in grado di aggregarsi per avere più visibilità nei confronti dei consumatori e una maggior forza contrattuale con gli operatori commerciali”.

Le organizzazioni agricole sostengono che c e una sottovalutazione dell’agricoltura capace invece di risultati come quelli del vino. È così?

“Quando anche un guru della contemporaneità come Bill Gates dice che l’agricoltura resterà al centro del mondo e che finché ci sarà l’uomo dovrà continuare ad esserci l’agricoltura, è evidente che anche la classe dirigente italiana deve prendere atto della strategicità di questo comparto. Si tratta di una battaglia culturale che sto portando avanti in prima persona. Tutto il sistema agroalimentare vale nel complesso il 15% del PiI e sviluppa un fatturato di quasi 250 miliardi, e questo Governo, pur in un contesto difficile come l’attuale, sta intervenendo a favore del settore. Una delle criticità è la trasparenza della filiera, una problematica che abbiamo cercato di superare col decreto liberalizzazioni, che ha imposto contratti scritti e tempi certi di pagamento per i beni agroalimentari. Ritengo inoltre che sia necessario intervenire sull’Imu agricola, perché questa misura d’ emergenza che ha imposto pesanti sacrifici, ha appesantito ulteriormente la pressione fiscale sulle imprese agricole”.

Sulla nuova Ocm vino vi è molta discussione. In particolare sulla libertà di piantare vigne. Che ne pensa?

“L’Italia, come ho ribadito anche al Commissario europeo all’agricoltura Ciolos, è contraria alla norma che prevede la liberalizzazione degli impianti di nuovi vigneti. Non possiamo permetterci di far perdere al nostro vino la credibilità acquisita, non possiamo fare passi indietro sul fronte della qualità. Se questa norma fosse attuata, invece, provocherebbe degli squilibri nella produzione, creando danni non calcolabili. Un ulteriore effetto sarebbe quello di vedere le vigne migrare dalle colline alla pianura, un rischio che l’Europa non può correre. Stiamo lavorando di concerto con Francia, Germania e Spagna, per poter proseguire con l’attuale sistema. Sono fiducioso che queste ragioni potranno essere comprese anche dagli altri Paesi dell’Unione”.

I minacciati rincari dell’Iva riguarderanno anche il vino? E sul vino non c’è stato troppo allarmismo?

“La decisione di aumentare l’Iva rientra tra le misure prese nel contesto emergenziale che questo Governo ha dovuto affrontare e certamente dovremo trovare delle soluzioni per stimolare i consumi e tutelare le famiglie. Monitoriamo i prezzi per evitare forme di speculazione, stiamo lavorando per accorciare la filiera. Il nostro obiettivo è salvaguardare il reddito dei produttori e stimolare la spesa, anche nel caso del vino. Per questo prodotto, in particolare, è necessario insistere sul concetto di consumo consapevole, senza demonizzazioni. Oggi si beve meno, ma si beve sicuramente meglio che in passato, con un adeguamento anche allo stile di vita. Il vino è piacere e personalmente, come molti italiani, non rinuncio mai ad accompagnare la cena con un buon bicchiere di rosso, di bianco o di spumante italiano”.

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