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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Siccità, l’agricoltura in ginocchio “Perdite per un miliardo di euro” ... Produzioni decimate, vendemmie sconvolte: verso lo stato di calamità ... Basterebbe una bacchetta. Magari magica. O quella di un rabdomante che batte sulla terra per scovare un po’ d’acqua. Ma l’acqua non c’è. Non c’è magia o visione che tenga. E la siccità fa sentire tutti i suoi effetti. I dati che ha diffuso in questi giorni la Coldiretti sono allarmanti. Avanti di questo passo e sarà un inferno per le produzioni agricole. E per il nostro “Made in Italy”. Questa volta il nome dell’ultimo anticiclone, il settimo di quest’estate dall’afa infinita, non poteva essere più azzeccato. Lucifero, appunto. Non è ancora arrivato. Ma è uno spettro che fa paura. Agli agricoltori - e non solo loro - che guardano sconsolati i propri aridi terreni. E la materializzazione all’orizzonte, attesa per domani, riserva certo pensieri più
positivi agli allevatori e ai viticoltori. Ecco le previsioni. Che definire allarmanti, forse davvero è un eufemismo. Il caldo e la siccità, come un machete, hanno già tagliato i raccolti con dei cali di produzione che a livello nazionale sono davvero drammatici: -20% per il pomodoro, -30% per il mais e addirittura -40% per la soia. Insomma, le eccellenze. I simboli del made in Italy. E non va meglio al girasole (-20%). Il monitoraggio della Coldiretti è impietoso. L’sos che lancia l’associazione è un grido disperato. “Occorre subito - continuano a ripetere dalla Coldiretti in questi giorni - avviare le procedure per la dichiarazione di stato di calamità naturale nelle zone colpite dalla siccità”. Le perdite stimate sono un altro pugno allo stomaco. Con una cifra da capogiro, sempre secondo le prime stime: un miliardo di euro. Ma a rischio non ci sono soltanto le coltivazioni di frutta e di verdura, ma anche i pascoli. Scarseggiano, con l’acqua, anche i foraggi. E situazioni critiche si sono verificate in molti alpeggi, dove addirittura sono dovute arrivare delle autobotti per abbeverare mandrie e greggi. E poi c’è il latte. Le mucche ne hanno prodotto dal 10 al 20% in meno e nelle giornate più calde il calo, in alcuni casi, è stato addirittura vertiginoso:
-50%. E le precipitazioni? Quelle non si vedono. Certo, secondo i meteorologi, sono all’orizzonte. Ma per avere un po’ di pioggia bisognerà attendere almeno una decina di giorni. Intanto un’altra ondata di caldo, forse l’ultima. Ma la più pesante. Resistere, potrebbe non bastare per salvare una corposa produzione delle eccellenze della nostra terra.

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