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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Alcol, sballo, droghe e solitudini “Parliamo di più con i nostri ragazzi” ... Il rituale dello sballo è forse la prima prova alla quale è faticoso sottrarsi durante la crescita, avviene nel gruppo, segna il superamento della pubertà, ed è il momento più insidioso. Secondo gli specialisti della Società Italiana di Psichiatria, un milione di adolescenti tra i 14 e i 18 anni sperimenta, pericolosamente sostanze come l’alcol o le nuove droghe. “Vediamo che il consumo di alcol anche nel nostro Paese sta aumentando nella fascia d’età giovanile - avverte Massimo Clerici, docente di psichiatria all’università di Milano-Bicocca - il primo incontro con un alcolico è sempre più precoce. Crescono inoltre i comportamenti a rischio a cui purtroppo si dà ancora poca importanza, come la moda di procurarsi volontariamente ferite e tagli. In tutti questi casi ci sono disturbi dell’autocontrollo e impulsività che possono acuirsi per abuso di sostanze e patologie mentali silenti”. Secondo il World Health Report l’eccesso di alcol è la causa di un decesso su quattro nella fascia di età fra i 15 e i 29 anni. Insegnanti e genitori devono, si dice, seguire sempre meglio i ragazzi per cogliere precocemente segnali di difficoltà, campanelli d’allarme, non è facile tuttavia trovare figure in grado di orientare in maniera qualificata i familiari quando poi si fa strada un segno di malessere: “Per affrontare questo disagio avremmo bisogno di servizi dedicati - afferma Claudio Mencacci, psichiatra del Fatebenefratelli di Milano - l’età adolescenziale è una sorta di terra di mezzo per cui né i servizi di neuropsichiatria infantile, per lo più gestiti da pediatri, né i servizi psichiatrici per adulti sanno dare una risposta ideale”. Alcol e sostanze insomma vanno a braccetto spesso si sommano ai disagi psicologici degli adolescenti: si stima infatti che uno su tre soffra di ansia, quasi il 15 % di disturbi dell’umore che nella maggioranza dei casi compaiono intorno ai 13 anni. Quando i fattori si sommano l’effetto può essere devastante e portare a comportamenti aggressivi. Così si stima ad esempio che dal 5 al 15% degli adolescenti pensi al suicidio, un problema su cui è necessario porre l’attenzione. “Purtroppo oggi la prevenzione dei comportamenti a rischio è demandata a scuola e famiglie - interviene Eugenio Aguglia, presidente della Società Italiana di Psichiatria - e troppo spesso mancano risorse e si finisce in un rimpallarsi di responsabilità senza venire a capo del disagio dei ragazzi”. Importantissimo anche valutare e controllare le attività dei figli in rete: purtroppo sul web si trovano siti trappola: “In Italia si è iniziato a parlare della dipendenza da internet 15 anni fa. Oggi si stima che l’incidenza del disturbo vada dal 3 all’11%, con una prevalenza tra le persone dai 15 ai 40 anni - spiega Massimo Di Giannantonio, psichiatra all’università di Chieti -. E più a rischio chi ha problemi psicologici, psichiatrici o familiari fra cui solitudine, depressione, ansia, insicurezza, insoddisfazione del matrimonio, stress sul lavoro, vita sociale limitata, problemi finanziari”.

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