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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Guerra dei dazi tra Cina e Ue. Il vino scende in trincea ... L’Europa colpisce i pannelli solari del Dragone, ritorsione sull’export enologico. Letta: massima allerta ... Non è stato tempestivo come il presidente francese Francois Hollande che mercoledì, alla vigilia dell’entrata in vigore dei dazi Ue sul fotovoltaico fabbricato in Cina, misura che ha provocato la reazione di Pechino pronta a mettere barriere doganali sull’import di vini europei, aveva chiesto una riunione d’urgenza dei 27 Stati membri dell’Unione per fermare la guerra tra pannelli solari e bottiglie. Ma non capita spesso che un premier del nostro Paese (che aveva appoggiato la richiesta di Parigi) scenda in campo per difendere gli interessi dell’agroalimentare. Enrico Letta, subito ringraziato dalle organizzazioni del settore, con una nota ha fatto sapere che segue “con la massima attenzione” gli sviluppi sulla possibile apertura da parte cinese di un’indagine antidumping sul vino proveniente dalla,Ue e ha dato ai ministri competenti il compito di mantenersi in stretto contatto con Bruxelles. L’indagine del ministero del Commercio con l’estero cinese per verificare se le “etichette” europee abbiano prezzi e quantitativi congrui e non ci sia dumping (cosa che farebbe scattare pesanti dazi, oltre l’attuale 14% di tassa doganale), secondo il ministro per le Politiche agricole Nunzia De Girolamo “va seguita con la massima attenzione ma non ci deve spaventare perché il prezzo dei nostri prodotti non è frutto di sovvenzioni o aiuti all’esportazione”. Insomma, mancherebbero, come ha già replicato la Ue, i presupposti per applicare, all’interno delle regole del Wto (Organizzazione mondiale del commercio), i dazi sul vino. Quella che a Bruxelles non vogliono chiamare rappresaglia rischia di costare cara ai produttori italiani. Ma, attacca il presidente
di Coldiretti Sergio Marini, “l’agroalimentare italiano non può essere oggetto di scambio e ancor meno di ritorsione come è avvenuto troppo spesso nel passato”. La “ritorsione” di Pechino è legata ai dazi antidumping sui pannelli solari cinesi che hanno invaso l’Europa (80% del mercato e 21 miliardi di euro di ricavi) a prezzi inferiori in media dell’88% a quelli di mercato e tali da far chiudere 50 imprese europee. Da ieri sono in vigore dazi morbidi (11,8%) ma dal 7 agosto (senza accordi) saliranno al 47,6% anche se la decisione finale sarà il 5 dicembre. E i dazi potrebbero essere anche rivisti dato che 18 Paesi (tra cui la Germania) su 27 non li volevano. A spingere sono state Francia, Italia e Spagna, guarda caso colpite al cuore dall’arma-vino. Se in Italia si beve sempre meno (-22% in dieci anni), l’industria enologica (1,2 milioni di addetti e 13,2 miliardi di valore aggiunto) vive soprattutto di export (+ 6,7% al record di 4,8 miliardi nel 2012) che corre nei nuovi mercati come quello cinese. Il quinto al mondo con 18 milioni di ettolitri e 764 milioni di euro di import dalla Ue: 77 dall’Italia (triplicati dal 2008) dietro gli 89 della Spagna e i 546 della Francia. Ma con pericolosi concorrenti come cileni (610 milioni) e australiani (177) che hanno tutto da guadagnare dalla guerra dei dazi.

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