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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

L’ottima annata del vigneto Toscana: “settembre sarà il mese cruciale” ... I primi grappoli cadranno nei cesti già domani. Uva destinata ai bianchi per il pesce, o per gli aperitivi, o magari a diventare “bollicine”. Nascono in Maremma, tra la costa e le colline baciate dal sole e carezzate dall’aria di mare: freschi e gradevoli, ricchi di acidità e profumi e dai sentori di frutta, certo. Ma il Vigneto Toscana aspetta i grandi rossi. E gira lo sguardo con trepidazione tra il cielo, il campo e il calendario. I vigneron delle cinque-sei denominazioni principali (Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Bolgheri e Morellino di Scansano) sperano in un raccolto eccellente, e poi in vini ottimi, e in buona quantità. Ma sanno che fino a fine settembre tutto è ancora da giocare. A Montalcino, ieri, è caduta un po’ di pioggia. “Ma non ha fatto male, e neppure le piogge di primavera, se si sono preservate le piante dalle malattie”, osserva Fabrizio Bindocci, alla testa del Consorzio che mette sul mercato un po’ meno di 10 milioni di bottiglie tra Brunello e Rosso. Le premesse insomma ci sono tutte. Piogge abbondanti da primavera a inizio luglio, estate calda ma con buone escursioni tra i 28-32 gradi del giorno e i 18-20 gradi in media della notte. Cioè, maturazione graduale delle uve e bucce non “arrostite” dal sole (è lì che abitano le sostanze aromatiche): risultato, una vendemmia tardiva rispetto agli ultimi anni ma tornata finalmente “normale”, e vini molto profumati, con grande equilibrio, destinati anche a importanti invecchiamenti. “Una vendemmia - dice ancora Bindocci - che mi ricorda il Brunello `79: ebbe quattro stelle, ma si beve ancora benissimo. In ogni caso, sia chiaro, l’ago della bilancia rimane l’andamento stagionale”. Montalcino, insomma, si prepara a fregarsi le mani, perché punta a recuperare quel 20-25 per cento perso l’anno passato per la siccità. Debiti scongiuri anche per Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio del Chianti Classico, che continua a registrare successi sui mercati esteri. “La qualità delle uve - esordisce - è ottima, con la promessa di bei profumi e colori, di tannicità, di ricchezza in polifenoli, un quadro che fa pensare a vini longevi”. E allora, perché gli scongiuri? “Perché il vero problema è il mese di settembre, e la pioggia di settembre, quando la buccia dell’acino è già meno spessa e può essere aggredita dalla muffa, e marcire”. Con queste armi il Gallo Nero punta a importanti iniziative sui mercati: un road show a novembre nelle 5 principali città cinesi, e il giro del mondo con le aziende, gli enologi e i volti vip delle cantine per lanciare la Gran Selezione, il “cru” appena nato. “La gara è stata condotta bene, ma conta la volata finale degli ultimi venti giorni”: la butta sul ciclistico Paolo Solini, coordinatore del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. “Il livello di qualità - aggiunge - promette una bella vendemmia, il problema era portare l’uva alla maturazione ottimale”. Insomma, c’è tempo. Per aspettare e sperare. E per trovare un posto nelle squadre della cesoia. Sui siti specializzati appaiono già gli annunci, i “cercasi”. Paga bassa, ma ne vale la pena.

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