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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Vino, ecco il turismo 2.0 ... Sono i Brunelleschi, gli Alberti, i Palladio,
i Michelozzo del Terzo Millennio.
Si chiamano Mario Botta, Gae Aulenti,
Renzo Piano, Cini Boeri, Marco
Casamonti: grandi firme per le “cattedrali”
del Nuovo Rinascimento sorte
in anni recenti a impreziosire il paesaggio
toscano, già addolcito e ingioiellato
da millenni di mani umane che
hanno disposto boschi e castelli, filari
e pievi, case, campi e ville. Cantine
d’autore, perché orine is beautiful, insomma
“vino è bello”: e passa per le
quiete barricaie e le tinaie avvolte in
un silenzio quasi mistico disegnate
dalle archistar il nuovo claim della Toscana
2.0, che proprio sul vino e sui
suoi “templi” dovrà costruire il futuro
del suo turismo. Con itinerari dedicati,
a zonzo tra vigne e cantine, a caccia
delle più recenti e moderne espressioni
di un’arte antica come l’architettura.
Appunto, le cantine d’autore.
Potrebbe essere proprio Wine is beautiful,
in inglese perché è l’esperanto
del nuovo turismo colto e ricco, il logo
e lo slogan di questo connubio tra cultura
ed economia definito New Art &
Wine in Tuscany. Un progetto che la
Regione Toscana lancia - la presentazione
ieri in Palazzo Strozzi Sacrati, casa
del governo regionale - mettendo
insieme proprie iniziative già collaudate, come Vetrina Toscana che è la rete
di ristoranti e botteghe in cui si gustano
qualità e tradizione, e i protagonisti vivi e veri di questo Nuovo Rinascimento:
le cantine d’autore. Ci sarà un
logo, cartine, indicazioni, mappe, un
portale, visite guifidate, offerte in pacchetto,
tutto entro sei mesi. Ventiquattro
le aziende che hanno aderito, e vale
la pena ricordarle tutte: La Massa a
Panzano, Rocca di Frassinello a Gavorrano
(con la firma di Renzo Piano).
Per gli Antinori Le Mortelle a Castiglion
della Pescaia e la Cantina del
Chianti Classico al Bargino di San Casciano,
ideata da Marco Casamonti
con lo studio Archea; Fonterutoli a Castellina
in Chianti (l’autrice è Agnese
Mazzei). Per i Frescobaldi Castelgiocondo
a Montalcino e l’Ammiraglia in
Maremma, a Magliano. La Cantina di
Montalcino dalle linee sinuose. A Suvereto,
Rubbia al Colle dei Muratori
nascosta sotto la collina e Petra, il “monumento
maya” dei Moretti firmato
da Mario Botta. ColleMassari di Edoardo
Milesi a Cinigiano, non lontano da
Pieve Vecchia di Campagnatico, ideata
da Cini Boeri. Inoltre la cantina di
Coltibuono a Monti di Gaiole in
Chianti (pensata da Piero Sartogo e
Nathalie Grenon) e Pomaio ad Arezzo.
La total green Salcheto, a Montepulciano
come Icario e la Cantina Triacca.
Nel Pisano, Podernovo a Terricciola
e Caiarossa a Riparbella. Sulla costa
Guado al Melo e Tenuta Argentiera a
Castagneto, Donna Olimpia a Bolgheri
e Le Ripalte a Capoliveri, Elba. Turismo in crescita continua, questo
del vino e del cibo. Il 12% in più ogni
anno, per 50 milioni di arrivi in Italia,
precisa Fabiola Sfodera della Sapienza.
Un milione di visitatori in Toscana,
valuta l’assessore regionale Sara
Nocentini. Turismo che vuole coniugare
gioie del gusto e dello spirito. “Ma
bisogna afferrarlo al volo”, suggerisce
l’archistar Marco Casamonti. Che ha
appena costruito un Expo del vino faraonico
in Cina, ma non ha dubbi:
“Le nostre cantine danno di più, perché
sono un mix di chiese, fattorie,
opere d’arte e industrie”.

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