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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Gorgona, altro vino Doc. Bocelli firma l’etichetta ... “Gorgona è la perla di Afrodite
più selvaggia e luminescente.
Il suo vino non può che
somigliarle, può regalare pure
stille di meraviglia”. Andrea
Bocelli padrino d’eccezione
(ha scritto e firmato un testo
suo, sull’etichetta disegnata da
Simonetta Doni) per la favola
che continua. Gorgona Bianco
anno secondo: è nato di nuovo
il vino dei detenuti, fatto con
le uve (vermentino e ansonica)
dell’isola e il know how e la passione
messi in gioco da Lamberto
Frescobaldi. Pronto, lui
e lo staff tecnico, a scommettere
su questo che ormai non è
più un divertissement: funzionerà
per altri 15 anni, così decreta
l’intesa firmata dalla Frescobaldi
e dal direttore di Gorgona,
Carlo Mazzerbo, tornato
nell’isola-carcere che aveva già
guidato dall’89 al 2004. Un ettaro
di terreno già in produzione
- ne vengono fuori 2.500 bottiglie
borgognotte da tre quarti
sul mercato a 65-70 euro, un
quarto destinate alla vendita
negli States, più poche magnum
- e già destinato a raddoppiare
in un paio di stagioni.
Ai monaci che qui furono i
primi viticoltori, presumibilmente
si deve anche l’esistenza
di un ulivo autoctono, detto
Bianca di Gorgona, che per
Francesco Presti, agronomo
consulente dell’amministrazione
carceraria, dà un’oliva dalla
pasta viola: il passo successivo
è l’innesto sulle mille piante di
specie tradizionali presenti a
Gorgona: “Per ottenere - spiega
Presti - un olio caratterizzato
da note autentiche dell’isola”. Tutto in funzione - è l’obiettivo
di Mazzerbo - di assicurare futuro ai circa settanta “ospiti” di Gorgona: gente alla fine
di lunghe detenzioni per reati
gravi, che qui si scopre vignaiola,
come il torinese Umberto
Prinzi o il lucano Santo Scianguetta,
contadina come il cinese
di Napoli Guodong Yang,
capace di coltivare un orto come
fosse un giardino. O magari
casaro, apicoltore, allevatore:
sono quelli che fanno amicizia
con la `mucca zen’ Valentina
o con la scrofetta Bruna, entrambe
salvate dal macello.
Perché qui ormai la convivenza
non violenta con gli animali
è regola, suggerita dal veterinario
Marco Verdone e sposata
da Mazzerbo.
E’ forte la spinta del direttore
Mazzerbo verso la massima
apertura all’esterno del carcere,
in cui lavorano una cinquantina
di operatori tra agenti,
assistenti sociali e tecnici, in
perfetta armonia con i residenti.
Quelli che ci stanno fissi, come
l’inossidabile Luisa, quelli
che abitano sulla terraferma
ma ci vengono in vacanza con
la famiglia. Un buon rapporto
che si traduce, per esempio,
nella rielettrificazione completa
di Gorgona: quattro mesi di
lavoro per installare tredici
nuovi gruppi elettronici e ripristinare
un vecchio impianto fotovoltaico,
gara vinta da una
ditta lucana. Segnali importanti
di un clima che cambia, a
Gorgona. Tornano anche i turisti,
li porta Alice Colli di Toscana
Trekking con la sua barca
benché non manchino le difficoltà:
il Parco dell’Arcipelago
impone un tetto di 75 visitatori
tre volte la settimana e un ticket di 6 euro, così il prezzo della
gita lievita a 63 euro per gli
adulti perché solo di gasolio se
ne vanno 800 euro a viaggio,
ma la Regione pare sorda alle
richieste di integrazione, le
stesse concesse piuttosto a Toremar
malgrado l’incostanza
del servizio di traghetto. Però
nel prezzo è compreso anche il
buffet freddo preparato dai detenuti,
per i quali la direzione
punta forte su partenariati
esterni in grado di assicurare
lavoro: dall’amministrazione
carceraria ricevono un `soldo’
di circa 350 euro al mese, potrebbero
essere pagati meglio,
oltre a creare nuove fonti di
reddito all’impresa, e una migliore
veicolazione e conoscenza
dei prodotti dell’isola. Eccellenze,
come nel caso del Gorgona
Bianco, una favola che sa
sempre più di realtà.

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