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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

La vendemmia promette il 10% in più. Ma serve il sole per asciugare l’uva ... Chianti Classico, Brunello , Nobile: ecco le previsioni degli esperti ... Le speranze del Vigneto Toscana
per la vendemmia 2014 sono
racchiuse tutte in due parole: sole
e tramontana. Per asciugare i chicchi,
portarli sani a maturazione e
preservarli dalle muffe, dal rischio
che marciscano. Almeno per quanto
riguarda i grandi rossi a base di
Sangiovese, l’uva principe sui colli
del Granducato: dal Chianti con
le sue tante sottozone al Brunello,
dal Chianti Classico al Nobile di
Montepulciano ma anche alla Maremma
e alla Costa. E se questo
mese di settembre mantiene le promesse
- malgrado l’inaugurazione
con una bussata d’acqua clamorosa,
per la disperazione di tanti
produttori che nelle settimane passate
hanno visto scendere anche
chicchi di grandine - si potranno
avere alla fine vini di buon livello,
più vicini a ciò che oggi chiede
il mercato: meno alcol, più freschezza,
più eleganza, più acidità,
insomma una “beva” più pronta.
Occhi al cielo, quindi, un po’ dovunque
tra le vigne. Con una sicurezza
ormai per tutti: anche
quest’anno, come già nella stagione
passata, la vendemmia ritarderà.
Sette, o forse dieci giorni: ma,
in pratica, è un ritorno verso l’antico
e il tradizionale, dopo gli anticipi
anche clamorosi delle stagioni
precedenti. Insomma, in tempi di
riscaldamento globale, la campagna
2014 si propone all’insegna
del piovoso, dopo una primavera che aveva segnato un buon andamento
delle fioriture. Clima matto:
e allora, che previsioni si possono
fare? “Chi ha lavorato bene
non ha nulla di compromesso”, dice
Giuseppe Liberatore, direttore
del Consorzio Chianti Classico,
che prevede un aumento della produzione,
fino quasi al 10% rispetto
a un anno fa. E intanto esulta perché
“le giacenze sono inferiori al
20%, lo sfaso è passato da 130 -
150 a 220 - 240 euro al quintale, le
vendite segnano negli ultimi mesi
un 10% in più”. Merito sicuramente
anche del raodshow di metà giugno
in Canada e a New York, dove
la stampa e gli operatori hanno
mostrato di apprezzare decisamente
la novità della Gran Selezione.
Ma l’attenzione è tutta al clima.
“L’acino - spiega Liberatore - è
più gonfio per le piogge, la buccia
è meno forte e se piove diventa
più vulnerabile”.
ANCHE Montalcino prevede un ritardo
delle maturazioni, e quindi
un ritorno a vendemmie più tipiche.
“Lo stato generale dei vigneti
- dice il presidente del Consorzio
del Brunello Fabrizio Bindocci
- si manifesta in ottima salute,
grazie alla professionalità e alla conoscenza
del territorio dei produttori.
Per quel che riguarda le quantità,
i numeri sono in linea con
quelli dell’anno scorso, quando
erano stati raccolti circa
113mila quintali di uva
destinata a Brunello. Per
quanto riguarda la qualità,
non siamo in grado oggi
di anticipare nulla sul
tipo di vendemmia che andremo
a fare. E’ indubbio
che l’elevata acidità delle uve e
l’uniformità di maturazione, anche
se lenta, ci porta una buona
aria di ottimismo, ma dobbiamo
tenere conto dell’andamento meteo
delle prossime settimane”. “Si
aspetta il sole, ma la situazione è
sotto controllo”: così Paolo Solini,
direttore del Consorzio del Nobile
di Montepulciano. Di “vendemmia
complicata” parla Marco Alessandro
Bani, direttore del Consorzio
Chianti, per via di “un territorio
variegato, con buone prospettive
a Empoli e in Valdelsa, più carente
in Valdarno e nell’Aretino”.
Un territorio che insomma “rischia
di dover partire per evitare i
rischi di muffe e altre malattie, anche
se dal punto di vista della qualità
nulla è compromesso”. Previsioni
insomma non facili. Ma
niente allarmi, ammonisce il presidente
regionale di Assoenologi,
Ivangiorgio Tarzariol: “La Toscana
- azzarda - avrà un 10% di
uve in più, in genere sane, che
daranno vini più fruttati:
i e più freschi. Ma
non chiedetemi a
quante stelle: è ridicolo
”.

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