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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

I toscani non rinunciano alla gola. E la festa si “mangerà” 400 euro ... Quest’anno i toscani spenderanno di più dello scorso anno per imbandire la tavola di Natale. Ogni famiglia sborserà circa 400 euro di media per preparare il pranzo per sei persone, tutto compreso, dall’antipasto al digestivo. E’ questa la stima di Confartigianato Firenze, che registra per le vendite al dettaglio del compatto alimentare un incremento di oltre il 20% rispetto alla media mensile. Per il cibo si spenderà dunque quasi il doppio rispetto alla spesa stimata per i regali natalizi, che si attesta sui 230 euro a famiglia, in linea con lo scorso anno. Una tendenza che premia le quasi cinquemila imprese artigianali alimentari della Toscana, cresciute come numero dell’1,4% negli ultimi dodici mesi. Si tratta dell’incremento più alto in Italia dopo il Trentino Alto Adige, ancora più significativo se rapportato al modesto risultato dell’artigianato alimentare italiano (+ 0,4%) e a quello dell’artigianato toscano nel suo complesso
(-1,9%).
“Sono risultati, tanto quello delle vendite natalizie, quanto quello dello sviluppo del mercato, strettamente connessi all’alta qualità del made in Tuscany agroalimentare. Basti pensare - commenta Gianna Scatizzi, presidente della Confartigianato di Firenze - che dei 4.813 prodotti agroalimentari tradizionali censiti in Italia, la Toscana da sola ne conta quasi un decimo, pari al 9,6%”. Ovvero 463 alimenti, tra cui il lampredotto, la schiacciata alla fiorentina, le pesche di Prato, l’anguilla marinata, il tartufo nero uncinato, il migliaccio senese che si vanno aggiungere alle Dop e Igp, le migliori specialità agroalimentari riconosciute e tutelate dall’Unione Europea. A crescere di più quest’anno sono state le imprese del settore vini, distillerie e birre, che hanno registrato un + 15,7%, mentre le più diffuse restano le pasticcerie, i panifici, le gelaterie e i servizi di ristorazione e cibi da asporto. Le imprese artigianali alimentari crescono soprattutto a Pistoia, con un +4,3%, migliore performance non solo della Toscana, ma d’Italia. Segue Pisa con un +4%, e segnano una crescita di almeno quattro volte di più della media nazionale Massa Carrara e Arezzo,, con, rispettivamente, + 2,5% e 1,6%. Dati positivi arrivano anche dall’export alimentare, che nel 2014 vale in Toscana 1,8 miliardi di euro, in aumento di oltre 102 milioni, pari al 6% in più rispetto ad un anno fa, cioè la quarta maggiore crescita del Paese.
“Sono dati - sottolinea Scatizzi - che confermano quanto sia importante insistere sull’Expo 2015, favorendone la partecipazione anche della piccola impresa che è proprio quella che tiene alta la qualità dell’enogastronomia italiana e, di conseguenza, la sua reputazione nel mondo, di cui anche le grandi imprese si fanno forti, appropriandosi, non sempre opportunamente, di concetti come artigianalità, naturalità, made in Italy”.
A questo proposito, in una delle zone più in voga a Milano, le Officine riqualificate di via Tortona 32, Confartigianato ha organizzato un’area di 1800 metri quadrati, l’Italian Makers Village, dove promuovere e commercializzare le realtà e i prodotti dell’eccellenza artigianale, alimentare e no.

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