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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Vendemmia con amici e parenti? Si rischia una multa da ventimila euro
Coldiretti
avverte. “ Chi lavora deve essere pagato con i voucher” … Sono finiti i tempi delle merende in campagna con amici e familiari, apparecchiate sul campo subito dopo la vendemmia. Si rischia di pagane salata. E’ già successo a Cuneo, potrebbe accadere in Toscana. La vendemmia, una tradizione che da secoli è considerata un periodo dì festa, si può trasformare in una trappola che si definisce lavoro nero. Perché un amico, il fratello o il cugino, potrebbe essere scambiato per persona con diritto al “salario”. Lo sa bene Battista Battaglino, il pensionato di Castellinaldo d’Al- ba, che rischia la multa perché sorpresoda alcuni ispettori del lavoro
e carabinieri a raccogliere l’uva nella sua vigna insieme a quattro amici. Era una specie di festa, visto che il vino non lo vende ma lo produce per sé, ma si è trasformata in un blitz, con sanzione finale di 19.500 euro per lavoro nero.
Bisogna dire che la legge è chiara: “Anche se il prodotto finale non è destinato alla vendita chi lavora deve essere regolarizzato, senza nessuno sconto per gli amici”, spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana. Ed è proprio per evitare che scatti l’accusa di lavoro nero che sono nati e si sono subito impadroniti del settore agricolo i voucher, mini assegni da dieci euro l’ora, di cui sette e cinquanta vanno al dipendente e due e cinquanta allo Stato. Del resto i numeri illustrano la portata del fenomeno: solo in Toscana l’agricoltura si serve delle braccia di ben 54mila lavoratori, tra titolari e dipendenti, sia a tempo determinato che indeterminato, con un incremento dell’1,9%, pari a mille occupati, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le aziende che coltivano la vite sono circa 26mila e più o meno 58mila gli ettari di superficie destinati ai vigneti. Appositamente per la vendemmia, fra studenti, pensionati, disoccupati e extra comunitari pagati con i voucher si sfiorano cinquemila unità. “L’introduzione del sistema dei tagliandi - prosegue Marcelli -, in cui rientrano anche gli amici, sono un valido deterrente contro il lavoro nero”. Altra questione però sono i familiari: fino al quarto grado di parentela possono dare una mano in campagna senza bisogno di dover regolarizzare la propria posizione. “I voucher coprono anche i rischi contro gli infortuni - sottolinea il presidente Coldiretti Toscana -. Nei campi sono frequenti e a fame le spese sono sempre i proprietari. La legge c’è e va fatta rispettare, poi è normale che chi controlla deve tenere conto delle tradizioni e analizzare i singoli casi”. Per Massimo Terreni, responsabile dell’ufficio sindacale del lavoro di Confagnicoltura Toscana, “la parola d’ordine deve essere il buon senso. La vendemmia è sempre stata occasione cli festa e nella maggior parte dei casi tutto si risolve con pranzi e cene sull’aia. Laddove non c’è corrispettivo economico non devono esserci sanzioni”. Diverso naturalmente il caso delle grandi aziende dove esiste un rapporto di lavoro:
“Noi - prosegue Terreni - invitiamo sempre i nostri soci a mettere in regola i lavoratori, a maggior ragione per questioni legate a eventuali infortuni. E’ anche vero che da questo punto di vista l’Italia resta il Paese delle carte e della burocrazia dove un imprenditore agricolo per assumere una persona per un’attività stagionale è costretto a spendere un’infinità di tempo e molto più di quanto poi realizza”.

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