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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Ca’ del Bosco, la favola in bottiglia. “Un idromassaggio per le nostre uve” ... Il presidente Zanella. “In Franciacorta la magia si sposa con l’hi-tech” ... Il passato assomiglia a una fiaba; il presente racconta l’eccellenza dell’enologia italiana. Una casa nel bosco comprata nel 1964, un post adolescente un po’ scapestrato, due genitori tanto visionari quanto concreti, la folgorazione per il vino durante un viaggio in Francia presso la cantina Romanée Conti in Borgogna. Fantasia e un p0’ di incoscienza come humus, così ha preso corpo il sogno di Maurizio Zanella: Ca’ del Bosco. L’azienda leader del vino di Franciacorta nasce due volte:
nel 1968 con l’impianto del primo vigneto e nel 1973 con l’imbottigliamento delle prime 1.338 bottiglie.
Ora ne è il presidente, il timone, l’ambasciatore: ne detiene il 40% delle azioni. Il resto è del gruppo vitivinicolo veneto Santa Margherita (famiglia Marzotto).
Centotré persone al lavoro tutti i giorni che aumentano di 40 unità durante la vendemmia. Braccia che aiutano a far sì che all’anno possano essere prodotte oltre un milione e mezzo di bottiglie. Ventotto e passa milioni di ricavi, quasi 6 di utile (riferiti al 2014). Freddi numeri? Può essere, ma rappresentano il pulsare di un’azienda che la crisi mondiale non l’ha nemmeno vista col binocolo: aumentanti i volumi di vendita tanto sul mercato nazionale (4,8%), quanto quello internazionale (12,9%). E una gran voglia di migliorarsi: nel solo 2014 investiti 6,2 milioni in tecnologia e nuovi terreni di produzione (per un totale di 184,5 ettari).
Già, la produzione: i celebri vini con le bolle accanto a quelli fermi bianchi e rossi. Entrando in cantina, attraversato l’enorme cancello a forma di sole realizzato da Arnaldo Pomodoro, richiudendo la bocca dallo stupore dopo essere saliti per quella fettuccia d’asfalto incastonata fra vigneti, ecco, dopo tutto questo, s’inizia a capire il motivo del successo: tecnologia e artigianalità uniti nel solco di un Made in Italy vincente.
“Produciamo vino in un territorio fantastico - commenta Zanella - La Franciacorta è magica e così i suoi frutti. Qui facciamo le cose con passione rispettando il durissimo disciplinare del Consorzio (di cui è presidente a fine mandato, ndr). Tatto seguendo il filo rosso dell’eccellenza”.
In Ca’ del Bosco c’è pure una vera e propria Spa per le uve: idromassaggio e asciugatura. “Siamo tra i pochi nel mondo ad avere questo impianto - spiega il presidente - Assicura un’uva migliore, più pulita e, dunque, grandi vini”. Come l’ultimo nato. Dosage Zéro Noir (che con il millesimo 2006 si è aggiudicato i Tre bicchieri Gambero Rosso, oltre al premio speciale Bollicine dell’anno), o la riconosciuta bottiglia trasparente della Cuvée Prestige, passando per il top di gamma Franciacorta “Annamaria Clementi” (che prende il nome della madre del presidente).
Zanella è maniacale nella cura del dettaglio “Tutte le nostre uve vengono controllate e selezionate a mano. La pressatura dei grappoli interi, a bassa pressione, porta al frazionamento del mosto in tre qualità. La prima va a comporre le cuvée più prestigiose, la seconda sarà utilizzata solo in parte, la terza scartata.
Non solo. Per garantire il massimo valore al nostro prodotto, in Ca’ del Bosco non si ricorre mai all’impiego di pompe a pressione per non compromettere l’integrità del vino e dei suoi aromi: le uve le spostiamo seguendo il principio dei vasi comunicanti, con la gravità. Ma nonostante tutti questi sforzi e accorgimenti il successo di ogni annata è gestito dal nostro vero azionista di maggioranza: il Padreterno”.

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