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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Rossi toscani, anno boom Alla conquista di Usa e Cina. Vola anche il Prosecco veneto, in calo il Lambrusco ... Un grande brindisi di fine anno per il vino italiano conferma le anticipazioni ottimistiche sull’export. Raggiunto il record storico di 5,4 miliardi di euro contro i 5,1 del 2014 (+6%). La crescita risulta trainata soprattutto dagli spumanti. Sotto tono invece l’esportazione dei vini fermi imbottigliati - che continuano a rappresentare più del 75% dell’export totale - mentre risulta in netto calo quella dello sfuso. Nell’export dello sfuso, che per l’Italia aveva un grande peso, adesso la Spagna ci ha superato grazie a prezzi davvero stracciati (36 centesimi/litro).
Benissimo, invece, il mercato americano. I dati dell’Italian Wine & Food Institute, relativi ai primi nove mesi del 2015, confermano che le nostre bollicine fanno solo segni più, negli States:
+ 18,4% in quantità e + 5,4% in valore. Dati ancor più significativi se si considera che quello americano è un mercato in contrazione dove l’import divino straniero Ca- la dell’1,2% in quantità e dell’1,6% in valore. Analizzando i vari mercati, è la Russia il ‘grande malato’. La battuta di arresto è del 30%, crollo che ha interessato in ugual misura i nostri vini e, con petrolio e gas ai minimi storici, non si prevede a breve una ripresa degli acquisti di vino dall’estero sui mercati russi. Chi invece sta recuperando è la Cina:
l’import di vino cinese vale quest’anno 1,8 miliardi di euro (+ 50%) ,facendo così dì quel mercato il quarto al mondo per valore dell’import di vino dopo Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania.
Altra buona notizia è che il prezzo medio per bottiglia del nostro vino sta crescendo: da 1,75 euro/litro del 2009 a 2,49 euro del 2014 (+42%) e per fine 2015 si attende un altro passo in avanti. La gara, come sempre, è coi francesi. Se noi esportiamo per 5,4 miliardi, loro sono vicini agli 8 miliardi. Ma attenzione, avverte Giuseppe Martelli, direttore Assoenologi, “se scomputiamo dal conto dei francesi il valore dello champagne e noi quello dei nostri spumanti, solo l’anno scorso abbiamo 5,3 miliardi di export per i francesi e 4,3 per noi italiani”. Nella corsa all’export le varie aree regionali mostrano trend assai diversificati: gli ultimi dati Assoenologi (primo semestre 2015) vedono il Veneto del Prosecco in testa con un valore di 855 milioni (+ 11%) seguito a ruota dal Piemonte di Barolo, Asti e Barbaresco con 436 milioni (-0,6%). In gran spolvero la Toscana dei rossi Dop Chianti, Brunello e Nobile con 427 milioni (+ 25,8%) mentre resta stabile la performance del Trentino Alto Adige con 244 milioni (+ 0,4%). Primi sei mesi negativi per la Lombardia del Franciacorta (-7,5%), l’Emilia Romagna del Lambrusco (-14,9%) e le Marche del Verdicchio (-10,7%). Al Sud crescono bene la Sicilia coi rossi dell’Etna (51,4 milioni, + 5,2%) e la Campania che, grazie al rosso Aglianico e ai bianchi autoctoni, balza a 21,3 milioni.

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