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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Toscana è già tempo di vendemmia. “Per il vino un’annata da favola” ... “È stata tra le più precoci degli ultimi anni”. Spiazza ogni

previsione, sulla vendemmia

2016 nel Vigneto Toscana, il comunicato battuto dalle agenzie di stampa e partito niente meno che da Bolgheri. A firmarlo Ornellaia, big assoluto, una griffe tra le più apprezzate, uno dei più gettonati protagonisti delle grandi aste mondiali del vino. Poi però vai a leggere nei dettagli, e capisci: “La scorsa settimana - rivela il direttore ed enologo dell’azienda Axel Heinz - abbiamo concluso la vendemmia dei nostri vini bianchi mentre per i rossi, in questi giorni, abbiamo cominciato con qualche pianta di merlot, e stiamo pensando di proseguire con tutti gli altri”. In poche parole, tutto nella norma: perché il fatto che lunedì 22 agosto sulla costa si sia cominciato a raccogliere viognier e sauvignon blanc, alla fine, non fa granché notizia, al massimo siamo in linea con le più recenti annate, tra buoni anticipi e ritorni alla normalità.

Normalità: ecco la chiave della stagione 2016, che - se questo settembre continuerà come l’estate, caldo e soleggiato di giorno, fresco di notte, senza acquazzoni e grandinate - regalerà uve di ottimo livello in tutta la regione. Di conseguenza, grandi vini, con ottimi livelli di acidità, profumi, eleganza. Tanti commenti e anticipazioni vanno in questa direzione. Si stima un calo di quantità del 5% - intorno ai 2 milioni e mezzo
di ettolitri - ma insomma si può parlare di normalità perché qualche grandinata importante c’è stata, tra maggio e luglio, a Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga, San Casciano Val di Pesa, anche se non alla stregua del Piemonte o dello Chablis: dunque se manca qualche grappolo non c’è da stupirsi.

“Io ho pochissimi grappoli buoni nella zona di Docciole, e tanta uva ammaccata e quindi da scegliere con attenzione nella zona di Istine”, conferma Angela Fronti, vignaiola 35enne da 32mila bottiglie l’anno, un po’ il “piccolo fenomeno” della nuova generazione per essere entrata nell’olimpo dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso con un Chianti Classico riserva 2013, insieme a 79 etichette toscane tra cui compare un altro nuovo fenomeno, il pinot nero dell’Appennino di Vincenzo Tommasi Civettaja 2013 che nasce a Pratovecchio, Casentino.

Quello del pinot nero è un altro bel segnale per il 2016: “Quest’anno abbiamo portato a termine la vendemmia con un leggero anticipo - dice Alessandro Brogi, proprietario del Podere Fortuna, nel Mugello, 25mila bottiglie, già noto in Europa e in mezzo mondo grazie ad un meteo davvero propizio. L’uva era ottima, adesso è in corso la fermentazione”.

Previsioni rosee, dunque. Da sfatare la maledizione degli anni con il “6”? “Fra cloni e tecnologie, ormai il livello medio si assesta”, commenta Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio Chianti Classico, che parla di “uve belle e sane, e di buona quantità”. “Montalcino si avvia a un altro 2015”, gongola Fabrizio Bindocci, alla guida del Consorzio del Brunello. “Ottima gradazione zuccherina e quantità superiore al 2015”, fa eco San Gimignano, dove la raccolta della Vernaccia comincerà tra una decina di giorni. Poi, magari, qualche invito alla prudenza si leva, e sempre dal mondo dei piccoli. Come Clemente Pellegrini, che fa vini e olio a Castel Ruggero, zona bassa del Chianti Classico: “Il cambiamento climatico con inverni miti e estati caldissime - dice - ci impedisce la fermentazione malolattica. Allora, o hai un grande enologo, o i profumi del Sangiovese te li scordi”. Settembre, però, può ancora rimettere a posto le cose.

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