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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il vino del futuro si mette in viaggio Dopo la Cina rotta verso il Sudamerica ... Tra storia e futuro, per il Vigneto Toscana è sempre più tempo di villaggio globale. Si è appena celebrato il tricentenario del bando con cui il Granduca Cosimo III istituiva le prime aree a denominazione vinicola ante litteram, e subito qualcun altro fa festa. Ne vale la pena, perché i cinquant’anni della Doc (poi diventata Docg) Nobile di Montepulciano sono una delle più importanti realtà tra i grandi rossi della Toscana. Bastano i numeri: 500 milioni di euro il valore patrimoniale delle aziende nei 16.500 ettari di vigne, 65 milioni il valore annuo della produzione per 7 milioni di bottiglie, 5,5 milioni delle quali solcano rotte di tutto il mondo. E se non bastassero i numeri scendono in campo la qualità, e la passione dei vigneron attenti alla cura dell’uva e del resto, chi al vino abbina l’arte come Caterina Dei o Icarius, chi sperimenta, come Salcheto, l’idea di una cantina carbon free.

Così il vino toscano viaggia nel mondo (l’ultima tentazione si chiama Cina, con il colosso Alibaba), ma c’è pure il inondo che viene a vendemmiare su questi colli. Scambi di rotte. C’è il Chianti che in questi giorni viaggia alle latitudini del Centro e Sudamerica: “Chianti Lovers LatAm Tour 2016” l’ha chiamato il presidente del “Consorzio Vino Chianti” Giovanni Busi questo “tour”, che vede 25 aziende con 50 etichette per tre giorni a Cuba, tra l’Avana e Varadero - anche in speciale abbinamento con i sigari Premium -, poi lunedì a Panama City, mercoledì a Lima in Perù e venerdì 14 a Medellin in Colombia. Nel 2017 ci sarà anche una tappa a Città del Messico. “Siamo consapevoli - spiega Busi - di quanto sia fondamentale affacciarsi su nuovi Paesi le cui economie sono in crescita come è in crescita l’interesse nei confronti del vino, in particolar modo

quello italiano e toscano. Il Sud America può costituire un mercato di riferimento”.SCAMBI. Perché l’America, mentre i cinesi sono sempre più a caccia di terreni e fattorie, continua a sbarcare nel Vigneto Toscana. Dal Sud era arrivato l’argentino Alejandro Bulgheroni, che dopo Dievole in Chianti Classico, dove l’attenzione è focalizzata anche sull’olio, Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino e un campo nuovo a Bolgheri, totale 150 ettari, ora - secondo i rumors diffusi da WineNews - si appresta a sborsare tra i 12 e i 15 milioni per rilevare la Tenuta Vitanza, altri 26 ettari di vigne per 200mila bottiglie. Poi, secondo “Decanter” arriva a Bolgheri un colosso californiano, la Jackson Family Wines da Sonoma.

Un mondo che cambia. In meglio? In peggio? “Gli stranieri hanno portato esperienze moderne e tanto know how sconosciuto”, osserva Gerardo Giorgi, responsabile marketing del Gallo Nero. Hanno insegnato a fare sistema: sarà per questo che tre aziende della Doc Colline Lucchesi - Colle di Bordocheo, Maionchi e Sardi Giustiniani - hanno messo da parte i tradizionali individualismi per realizzare, insieme, un vino tutto nuovo come “cru” del territorio. L’hanno chiamato Mille968, anno di nascita della Denominazione, e i progetti guardano avanti, anche oltre confine. Un mondo che cambia.

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