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La Nazione

Montalcino batte tassa ... Un «contributo alla qualità», se proprio non si vuole chiamare tassa. Lo chiede il sindaco della città del Brunello, Massimo Ferretti, a nome di altre capitali italiane del turismo rurale, affette da «mal di turismo». La richiesta più eclatante che inviano al ministro del tesoro, Giulio Tremonti, per risollevare i loro bilanci è nel nome del «vero, puro federalismo»: la possibilità di applicare una tassa di soggiorno per i turisti. Spieghiamo meglio: come accade in tanti altri paesi, nella ricevuta che sarà presentata ai clienti che lasciano un albergo ci sarà un 1% in più destinato al Comune; così pure nel conto del ristorante. «I centri piccoli come il nostro che vivono di turismo — spiega Ferretti — hanno spese raddoppiate: dobbiamo creare nuovi parcheggi, abbiamo da pagare vigili urbani in più, da smaltire un maggior numero di rifiuti, di mantenere adeguato il livello delle nostre strade rurali e altro ancora. Tutte spese che gravano sul nostro bilancio e non ci permettono di portare a termine altri interventi per i cittadini. Per esempio: non ho in bilancio 45 milioni per assumere un giardiniere: ce lo vede Montalcino senza un giardiniere?». Ferretti fa due calcoli: «Abbiamo 5.000 abitanti, ma in un anno centomila persone dormono nelle nostre strutture ricettive e un milione visitano Montalcino e il suo territorio, gustano il Brunello o le delizie dei campi; hanno di solito un buon reddito: duemila lire in più per dormire o 500 lire in più per mangiare non dovrebbero proprio pesargli. Mentre noi con mezzo miliardo di più in cassa avremmo risolto il problema di gestire il quotidiano. Montalcino ha un bilancio di 9 miliardi e solo le spese vive sono di due miliardi e mezzo, mentre lo Stato ci dà due miliardi. Ogni anno siamo in difficoltà nel recuperare fra i 300 e gli 800 milioni: una somma esigua, che il contributo dei turisti colmerebbe: anzi, nel nome del vero federalismo, penso che se fosse attuata, la tassa di soggiorno permetterebbe nel tempo di diminuire il trasferimento dei soldi dello Stato». L'ufficializzazione della richiesta, a nome di altri 424 comuni italiani aderenti alle «Città del vino», verrà fatta sabato in un convegno ad Alba dal titolo emblematico: «Quanto ci costa il turismo».

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