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La Nazione

Tre milioni di bottiglie. Brindisi con il Movello ... Arriva il Novello. Il 5 novembre partirà la commercializzazione del vino più giovane dell'anno. E' un banco di prova, anzi di assaggio della vendemmia appena conclusa, ma soprattutto è quello che dovrebbe essere il vino, ovvero una festa, la voglia di stare insieme, la riscoperta di convivialità senza le costrizioni dell'etichetta. Il «via» alla vendita del Novello sarà dato domenica prossima a Vicenza, dove si tiene il quattordicesimo salone italiano del Novello, aperto agli operatori che avranno modo di assaggiare e confrontare il meglio dei vini giovani d'Italia. Compresi i toscani, dato che la nostra regione sarà presente attraverso alcune decine di produttori, confermandosi terra di grandi vini da invecchiamento, corposi e seriosi, ma anche vocata all'enologia che guarda con attenzione a un pubblico giovane e desideroso di entrare nel mondo del vino divertendosi. La produzione di Novello 2001 sale del 6-7% rispetto alla scorsa stagione, dove già l'aumento rispetto al '99 era stato del 10% circa. Con il 2001 si toccherà la quota di 19 milioni di bottiglie.
Di queste, circa tre milioni escono dal «vigneto Toscana», in seconda posizione nella classifica generale dopo la capolista Veneto. Molte aziende storiche ed emergenti scelgono di produrre il Novello, attrezzando le cantine per la macerazione carbonica, seguendo l'esempio di Luciano Mignolli, il primo produttore di Novello con il suo Vin Novo del podere Nonno Nanni a Montespertoli. «Era il '75 - racconta Mignolli - e tentai questo esperimento con l'aiuto di Giacomo Tachis, di ritorno da un viaggio nel Beaujolais, la patria del vini nuovi francesi». A Mignolli andò bene, tanto che oggi sono decine le aziende toscane che hanno seguito il suo esempio e quello degli Antinori, altri antesignani del Novello, quando in Toscana parlare di vini giovani era quasi bestemmia. Non lo è affatto se si considera che la produzione e la commercializzazione si concludono nell'arco di una sessantina di giorni e le aziende possono incassare introiti freschi e utili in un periodo in cui il mercato del vino è piuttosto statico.
Lo producono aziende fortemente radicate sul territorio, come la Banfi di Montalcino che mette sul mercato più di mezzo milione di bottiglie di Santa Costanza, ma anche imprenditori venuti da fuori Toscana, come Gianni Zonin, o come Luigi Folonari che ha scelto il Sangiovese di Montepulciano della tenuta Lodola Nuova, con una piccola percentuale di Gamay (il vitigno francese principe per questa produzione) per il suo Anteprima. Ne produce 350mila bottiglie. «La scelta di Montepulciano - dice Luigi Folonari - non è casuale. La zona è ideale per vitigni autoctoni e per varietà internazionali». I prezzi sono accattivanti come il contenuto delle bottiglie. Si va da un minimo di 7.500 lire ad un massimo di circa 14.000 lire.

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