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La Nazione

Quelle zolle a peso d'oro: cresce ancora il valore dei terreni agricoli nelle aree pregiate ... E' vero che gli imprenditori agricoli italiani vanno a comprare terra e vigneti all'estero (preferibilmente a Est) attirati dai bassi prezzi e dalla prospettiva di una rivalutazione quando quei paesi saranno entrati nella Unione europea "allargata", ma non è sempre la volontà speculativa che li spinge in Romania, Ungheria, Polonia o Bulgaria. La verità è che il mercato fondiario italiano ha ormai raggiunto valori talmente alti da rendere antieconomico l'acquisto di terreni qui, specie nelle zone vocate alle produzioni di qualità, il vino, ma anche l'ortofrutta di qualità, il florovivaismo, i seminativi irrigui. La conferma viene dai risultati della periodica indagine dell'Inea (l'Istituto nazionale di economia agraria) sui valori fondiari che anche nel 2000 hanno mantenuto il trend di crescita degli ultimi 2-3 anni: le quotazioni sono cresciute mediamente del 3,6% rispetto al '99, con una impennata al Nord. Confrontando le variazioni dei prezzi della terra con l'andamento del costo della vita (+2,5% nel 2000) emerge per il terzo anno consecutivo una crescita reale delle quotazioni. In sostanza l'investimento in terra batte l'inflazione e garantisce anche qualcosa di più. E' sicuro come un Bot e garantisce il capitale, qualità preziose in tempi di Borse ballerine e investimenti che si disfano come neve al sole. I prezzi medi dei terreni agricoli per ettaro rilevati dall'Inea variano dai 15 milioni delle isole, ai 21 milioni delle regioni del Centro ai 34-46 milioni del Nord ovest e Nord est (l'area dove la terra costa di più). La media, per pura curiosità, è di 26,4 milioni ad ettaro. Ovviamente questi sono valori statistici che non tengono conto delle specificità regionali e delle produzioni di pregio come quelle vitivinicole o florovivaistiche che fanno delle regioni del vino e dei fiori, come la Toscana. aree dove i terreni vocati vengono ceduti a peso d'oro. Così le aziende vivaistiche del Pistoiese possono valere fino a 430 milioni a ettaro, più o meno come i vigneti del Brunello attorno a Montalcino. Nella top-ten dei valori fondiari spiccano anche i terreni ortofloricoli in Versilia, a Massa e in Val di Nievole con quotazioni oscillanti fra i 200-300 milioni per ettaro. Sugli scudi anche i poderi a vite e ulivo nel Chianti classico fiorentino o senese con quotazioni oltre 100 milioni per ettaro, che possono anche raddoppiare o triplicare in presenza di immobili di pregio, cantine ristrutturate, vigneti e uliveti razionali e moderni. Brusca discesa attorno ai 30-40 milioni per i seminativi delle zone pianeggianti per scendere attorno ai 15 milioni nelle zone collinari interne. I terreni a prezzi più stracciati sono quelli a prato-pascolo delle colline interne grossetane (3-5 milioni) o aretine (4-6 milioni), i castagneti della Garfagnana (3-6 milioni) e le colline del Mugello (5-10 milioni).

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