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La Nazione

Il turista ? Mai più astemio. La Toscana scommette sul vino ... La Toscana scandita dall'uva. Quattordici spicchi della regione più amata dai tedeschi e dai giapponesi, dagli americani e dagli inglesi: per ogni spicchio, un percorso fatto di pievi e borghi, di ville e castelli, di ristoranti e osterie, di profumi e di sapori, di atmosfere rilassanti e vita senza fretta, di antichi mestieri e nuovissimi servizi. Ma tutti con un unico denominatore. Il vino. Che poi sono tanti vini, e tante strade, e grandi e piccole. Il turismo del relax, della vita beata. Il turismo del vino: la Toscana ci scommette, non per nulla del resto il padiglione 37 al Vinitaly è preso d'assalto non soltanto dalle frotte degli assaggiatori, ma da vere e proprie legioni di possibili turisti, visitatori, viaggiatori del vino. E non a caso la Toscana fa la parte del leone nelle iniziative del Movimento del turismo del vino: il 26 maggio sarà la protagonista di «Cantine aperte», iniziativa che già l'anno passato portò in una sola giornata 920mila persone in tour tra tini, botti, bottiglie, ma anche alle prese con cacce al tesoro, mercatini, mostre d'arte, perfino tornei di golf legati al vino; e fa proprie, la Toscana, le ultime due iniziative del Movimento, il Club del turista del Vino al quale corrisponde, sull'altro versante, il Decalogo dell'accoglienza, che suggerisce un galateo dell'accoglienza, della tenuta e della gestione di spazi e servizi.
E la Regione, attraverso l'Apet, Agenzi pr la promozione economica della Toscana, offre all'enourista i servizi fondamentali. Come l'Atlante delle strade del vino, presentato ieri nello stand dell'Apet dall'assessore regionale Tito Barbini, dal direttore dell'Apet Mauro Ginanneschi, dal direttore dell'Ice Gioacchino Gabbuti, dal giornalista Burton Anderson che l'ha redatto. Già, perché l'Atlante – 210 pagine in una elegante ma pratica edizione con la costola a spirale, le cartine, informazioni storiche e artistiche, schedine delle 5 docg e delle 39 doc presenti, indicazioni di ristoranti, alberghi, numeri utili e servzi pubblici – ha una particolarità. Alla prima edizione esce in inglese, i turisti del vino italiani per il momento si devono accontentare di una guida più piccola ma altrettanto utile e puntuale, realizzata dalla Federazione regionale che raccoglie le 14 strade: Carmignano, Chianti dei colli fiorentini (divisa a sua volta in percorsi) chianti Rufina e Pomino, Colli di Candia e Lunigiana, Colli di Maremma, Colline lucchesi e Montecarlo, Colline pisane, Costa degli Etruschi (dentro c'è anche l'Elba), Montecucco (una piccola perla, in realtà un dedalo di strade e di meraviglie ignote anche a tanti italiani, ai piedi dell'Amiata), Monteregio di Massa Marittima, Montepulciano, Montespertoli, San Gimignano, Terre di Arezzo. «Al prossimo Vinitaly – promette Barbini – sarà pronta anche la versione italiana, e poi seguirà quella tedesca»: il gioco è chiaro, si punta sugli stranieri per favorire la crescita di un movimento che significa per l'Italia già oggi 8 milioni di presenze, per la Toscana ben 2.200 agriturismi già attivi con oltre 8mila addetti, con investimenti di quasi 4 milioni di Euro tra soldi pubblici e privati. E un bisogno di guide, di esperti, di personale preparato: proprio ieri la Strada medicea dei vini di Carmignano ha presentato i risultati del progetto «enoturismo.it», una pattuglia di enoguide formate attraverso un programma regionale. Tutte donne. Il vino ha un volto gentile.

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