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La Nazione

Toscana da riscoprire con il secondo Slow Tour ... Toscana da scoprire al Vinitaly. Toscana da riscoprire: «A volte basta poco, una deviazione per un cantiere, e sei in un mondo che non sospettavi». Paesi che distano cento metri ma sono divisi da un ponte, e diventano mondi diversi. Mondi antichi da vedere, da gustare, da respirare, da bere: nelle poche parole di Nanni Ricci, presidente di Slowfood Toscana, c'è in pratica già tutto il senso di Toscana Slow, seconda edizione, in agenda dal 5 all'8 giugno, viaggi incrociati tra luoghi e sapori con in mano una guida infallibile e curiosa, «il gusto del viaggiatore di un tempo per scoprire dall'interno il mondo della tradizione. Formaggi e salumi (i nobili prosciutti, i “proletari” biroldi, buristi, bardicci), carni chianine e suine, la Cinta e tutte le razze autoctone – e saranno lanciati perfino dei “futures” sulle razze bovine toscane – come i tesori nascosti dei piccoli caseifici, i grandi chef e le dolcezze memorabili, i vini meno celebrati e i tesori delle isole, decine e decine di eventi a zonzo per pievi, castelli e borghi. Ci si informa sul sito di Slowfood e alla sede toscana, a Firenze, 055-684405. Toscana delle tipicità che è anche sinonimo di alta qualità. Che cresce, soprattutto nel bicchiere: la “bibbia” dei grandi vini è un volume di oltre 400 pagine, si intitola «Selezione dei vini di Toscana 2002», l'ha pubblicato la Regione al termine di quello che l'assessore allAgricoltura Tito Barbini definisce «un rigoroso banco di prova» su campioni anonimi prelevata da ispettori ufficiali ed esaminati a sorte da commissioni professionali. «Non ci sono vincitori, non c'è un podio», avverte Barbini: ci sono però i numeri, i grandi vini che ottengono oltre 80 punti su 100 sono 517 su 695, cioè circa il 75%, due anni fa erano solo la metà. Qualità che cresce, e la Regione ci crede: basta vedere lo stand che Toscanapromozione ha allestito qua al Vinitaly, per accogliere anche le province che non si erano organizzate. E cresce anche oltre i confini dei “soliti noti”. Un esempio? Ecco il Chianti dei Colli senesi, per troppo tempo fratello minore, oggi invece in grado di esprimere forte personalità. E Siena è protagonista assoluta del padiglione toscano e dell'intera manifestazione. Acquista sempre nuove “perle”. Come Badia a Coltibuono, storica azienda di Gaiole: Emanuela Stucchi Prinetti annuncia la certificazione biologica dei suoi vini. E lascia la via del Supertuscan: il vino top, lo chateau, sarà un Chianti classico. Ecco un germe che ha trovato terra fertile.

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