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La Nazione

Brolio, mille candeline ... I fuochi d'artificio sulla vigna, davanti ai possenti bastioni di pietra. Bellissimi, emozione viva nella notte, come si conviene a una festa da re. A una festa con mille candeline, per il "re" dei castelli. Brolio, la culla del Chianti. Nacque qui, il gran vino di queste terre, grosso modo un secolo e mezzo fa: a "inventarlo" fu il "Barone di Ferro", Bettino Ricasoli. Che di "invenzioni" ne ha collezionate anche qualcun'altra, nella vita e nella carriera: quella de La Nazione, per esempio, il giornale come strumento di diffusione della parola d'ordine, del pensiero, del credo unitario che di lì a poco avrebbe trionfato. E il "premio", per Ricasoli, fu la poltrona di presidente del consiglio, tra il 1861 e il '62. Dopo Cavour.
"Inventò" anche un nuovo look per il castello, il Barone di Ferro. Erano lì da tanti secoli, quelle pietre, di certo ancor prima del dono che il marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa, ne fece ai monaci della Badia Fiorentina. Prima che il Barbarossa ne avesse voluto fare una sorta di premio, alla fedeltà degli alleati Ricasoli. Gli stessi di Meleto, l'altro maniero dalla torri rotonde che domina l'ondeggiare morbido di queste colline chiantigiane.
Ma a Bettino quelle pietre antiche non piacevano più, bisognava che dominasse il rosso, il mattone. Ecco allora il progetto di Pietro Marchetti, il neogotico di moda in quegli anni, perfino per l'antica cappella di San Lorenzo, dove il Barone di Ferro riposa. Riposa? mah, si fa per dire: ne trovate ancora tanti, pronti a giurare d'averlo visto, o peggio che mai udito, inquieto spirito a cavallo, nelle notti di tregenda tra le forre e i boschi intorno al poggio di Brolio, irto in mezzo a una proprietà sterminata: e dai torrioni si domina mezzo mondo, dall'Amiata a Volterra all'Appennino.
Non si visita, il castello, i Ricasoli vi abitano ancora. Ma Francesco, che sarà il barone numero 33 (il titolo spetta ancora a suo padre, anche lui Bettino) l'ha aperto per un bello stuolo di amici, vip e produttori, volti tv come Alessandro Cecchi Paone e tanti blasoni. Anche lui, Francesco, con la sua festa e la sua torta: dieci candeline, da quando ha riconquistato l'azienda, che altri avevano immiserito. Ne ha fatto — grazie a 16 milioni di euro investiti — di nuovo un'azienda grande, il suo chateau è tra i vini più apprezzati al mondo. Era una scommessa, dieci anni fa, ci credevano in pochi, L'ha vinta, da Barone di Ferro.

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