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La Nazione

Manodopera nei vigneti: sì al lavoro interinale e di terzi ... Lavoratori in affitto nelle vigne, adesso si può. Castello Banfi l'ha spuntata. Il Tribunale di Siena ha dato ragione alla celebre
azienda del Brunello di Montalcino, nel braccio di ferro con tanto di procedimento penale con i sindacati agricoli: è lecito usare in agricoltura,
perlomeno per talune pratiche, manodopera interinale o di società terze. Una rivoluzione che modernizza il settore e consente di far fronte alle esigenze, sempre più ricorrenti e pressanti, di "braccia" nei campi. "Un successo - commenta Remo Grassi vicepresidente di Castello Banfi, ma soprattutto direttore delle risorse umane dell'azienda e in tale veste responsabile diretto della scelta di usare lavoratori interinali per la potatura dei vigneti - che arriva dopo due anni di contenzioso e che
cancella gli effetti perversi della legge sul caporalato che risale al lontano 1960. Un residuato di vecchie impostazioni e di vecchie culture, che imbrigliava l'operatività delle aziende". "Abbiamo aperto la strada continua e adesso almeno un'altra decina di aziende fra il Brunello ed il Chianti Classico potranno adottare i nostri sistemi sull'uso di interinali". C'è dunque da credere che tante altre imprese agricole fra le più strutturate,seguiranno a stretto giro di posta, la strada aperta da Banfi, alla ricerca di una più alta efficienza
aziendale. Pagando, naturalmente, il prezzo di tale conquista. Perché l'uso dell'interinale, come in tutti i settori produttivi e dei servizi, porta vantaggi, ma impone condizioni e soprattutto spese non indifferenti. "Devo precisare - sottolinea infatti Grassi - che l'uso di braccia in affitto è una scelta obbligata per la mancanza di valide alternative ma, soprattutto, che si tratta pur sempre di una soluzione alquanto più onerosa rispetto alle forme di impiego tradizionali. A fronte, infatti,
di una spesa pari al 10 per un lavoratore normale, l'interinale viene a costare
all'azienda almeno 14/15. L'uso degli interinali o il ricorso a società terze, non è un vantaggio per l'azienda, ma una via senza alternative se si vuole compiere le operazioni nei campi". A chi obietta che l'innovazione e la meccanizzazione sempre più spinta in agricoltura possono costituire la risposta al bisogno di braccia nel
settore agricolo, Grassi ribatte che in vigna macchine e marchingegni vari, non potranno mai sostituire l'uomo. "Di certo se, come avviene nel Brunello ed in buona parte della Toscana, si cerca e si persegue l'alta qualità". "Proprio in agricoltura, forse anche e più che nell'industria, serve una grande flessibilità nell'uso della manodopera. Basti pensare a certe
pratiche colturali, ad esempio alle vigne o agli olivi, dove ci sono punte di bisogno, come la vendemmia o la potatura o come la raccolta delle
olive, cui seguono lunghi periodi di stasi. Per cui o si danno certi lavori in appalto o si ha il massimo della flessibilità nella gestione della
manodopera". "Devo infine sottolineare - conclude il vicepresidente di Castello Banfi (340 dipendenti ed un fatturato di 55 milioni di euro nel 2002) che i lavoratori interinali da noi usati, specialmente per la potatura, non
sono alle prime armi. Si tratta di gente già formata e sperimentata da mettere subito al lavoro". (arretrato de "La Nazione" del 2 novembre 2003)

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