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La Nazione

Grande futuro dietro le spalle  ... Antinori, storia della nobile famiglia. La mostra e un libro... Futuro Antico. Non male, come motto, se hai antenati che possedevano castelli tra Val di Sieve e Mugello già a fine Duecento, e che nel Trecento furono, se non gi unici, tra i pochi a sopravvivere all’irresistibile crescita dei Medici, che fece strage - finanziaria, ma non solo di gente come i Bardi e i Peruzzi. Non male, come motto, per gente che abita nella stessa casa da un mezzo millennio. Che poi, “casa”: duro davvero, provare a fare il conto di quanto varrebbero oggi i quattromila fiorini “larghi e grossi” pagati in quel freddo febbraio del 1506 per il passaggio di proprietà di palazzo Boni. Ma era un uomo d’affari assai in gamba, Niccolò di Tommaso Antinori. E non a caso pagò salato ma con soddisfazione il palazzo con sale, camere e uffici, pozzo e volte e con tutti i suoi abituri e pertinenze nella parrocchia di san Michele.
Una visura catastale d’altri tempi, che vale anch’essa quel motto. È festa, per la famiglia Antinori. Da un mezzo millennio accasata in quel bellissimo palazzo (non a caso l’aveva progettato Giuliano da Maiano) che sembra proprio la sede di un impero.
Ma alla fiorentina, con il gusto del Rinascimento, con la consapevolezza di essere uno dei vertici del quadrato magico: dici Antinori, e poi Corsini, Frescobaldi, Ricasoli, e hai detto Firenze. Da sempre.
E domani è festa davvero, nel Palazzo del Marchese Piero, titolo nobiliare acquisito, è vero, in epoca lorenese, ma impero economico consolidato da secoli di buoni affari, da quando Filippo e Chiaro, fratelli, nel 1285 erano iscritti all’arte della seta. poi arrivò il vino, gli anni della Florentia bella e i secoli a seguire, le vigne in Toscana, le vigne in tanta Italia, dal Piemonte all’Umbria, dalla Lombardia alla Puglia, le vigne in tutto il mondo: California e Stato di Washington negli Usa, poi Cile, Ungheria, Malta. Con le etichette più famose, una per tutte, il Tignanello. Con tutto quello che c’è intorno ai vino: i celebri panini del Procacci, il ristorante del resort a Pebble Beach, California, l’Osteria di Passignano e le case vacanze Fonte de’ Medici in Chianti, la Cantinetta al piano basso del Palazzo.
E l’Accademia: il marchese Piero con le figlie Albiera, Allegra e Alessia coltivano le viti ma anche l’amore per la terra toscana e per l’arte. Così, la festa per il mezzo millennio nel Palazzo è anche evento d’arte, il quinto dalla fondazione dell’Accademia Antinori.
Una mostra d’arte contemporanea che si apre proprio domani, e che si intitola - quasi giocoforza - Per Bacco!, non per nulla un omaggio alla magica alchimia del vino. Nella corte interna del Palazzo, dove finisce l’elegantissima via Tornabuoni, di fronte alla facciata di San Gaetano, saranno esposte le opere di 21 artisti contemporanei, venti pittori e uno scultore.
Tutte dedicate al dio Bacco, il dio del vino, nella piena libertà di interpretare: così Bacco e Arianna di Enzo Prestileo sono due giovani corpi nudi su un letto, così Luisa Albert vede il Bacchino addormentato come un efebico fanciullo di tradizione preraffaellita inglese. Così Giovanni Tommaso Ferroni popola di contorsioni oniriche il suo Trionfo di Dioniso, così Enrico Robusti, in vena espressionista, dissacra i suoi Intenditori. Sarà aperta, la mostra, fino al 13 luglio: dal lunedì al venerdì 8,30-20, sabato 8,30-12, domenica e festivi chiuso.
E non poteva mancare il sigillo personale di Piero Antinori su questa festa che “riassume” come in una galleria di ritratti le 26 generazioni che hanno vissuto nel Palazzo. Futuro antico non è solo il motto della festa, ma è anche il titolo di un libro: scritto dallo stesso marchese, edito da Alinari. Binomio perfetto, per fare la storia di Firenze.

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