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La Reppublica

Cecchi compie 130 anni e torna al Chianti Classico … Quanta strada ha fatto la famiglia Cecchi da quando Luigi “medicava il vino”. Correva l’anno 1893 e il fondatore dell'azienda, grazie alle sue doli di grande degustatore ed appassionato di vini, ha posto le fondamenta per la nascita e la crescita di “un percorso che in 130 anni ha permesso alla nostra azienda di diventare una delle più prestigiose realtà vinicole della Toscana. Ogni generazione ha dato una specifica identità ad un laboratorio in continua evoluzione, la mia generazione, la quarta, ha scelto di esplorare nuovi territori per poi ritornare alle origini, nel cuore del Chianti Classico”, spiega Andrea Cecchi che oggi guida l’azienda. E aggiunge: “Abbiamo dato vita ad un percorso di investimenti in zone ad alta vocazione vitivinicola. Sono nate così le Tenute della Famiglia Cecchi e con esse si consolida l’imprinting da “vignerons dell’azienda”. Il “ritorno a casa" inizia nel 2015 con l’acquisizione di Villa Rosa, con i suoi vigneti, a Cas Lellina in Chiari - “grazie ai suggerimenti dell’enologo ed amico Giulio Gambelli” - rton lontano dalla sede dell'azienda e da Villa Cerna. “Dopo anni di crescita e sperimentazione fuori dal Chianti Classico con Val delle Rose in Maremma e Tenuta.Alzatura in Umbria, abbiamo deciso di ritornare alle nostre radici e di lavorare sul neonato progetto del Chianti Classico Gran Selezione” Secondo Cecchi “seppure entrambe in Chianti Classico, i vini delle due Tenute parlano linguaggi diversi, espressioni stilistiche diverse di uno stesso territorio”. Oggi, la library di Villa Rosa Chianti Classico Gran Selezione si compone di cinque annate (2013-2019), “un ventaglio di vendemmie sufficientemente significativo per scoprire l’identità di questo vino, un Sangiorese in purezza elegante e vellutato, longevo ed esile sin dalla nascita”, spiega ancora Andrea Cecchi. E aggiunge: “Abbiano esaltalo l'uva, da dove tutto nasce, senza utilizzo eccessivo di tecnologia o forzature di in vecchi amen Lo. Corre ha sempre dello Giulio Gambelli “qui a Villa Rosa, il Sangiovese, ci nasce”. Questa ha rappresentato solo una delle tappe di un “percorso evolutivo tra sperimentazioni sui doni del Sangiovese, zonazione, conversione albiologico, ricerca in campi agronomico e tecnico che punta a consolidare un approccio sempre più sostenibile e trasparente al vino". Ma il ruolo dell’innovazione, in particolare in riferimento alle pratiche sostenibili e di conversione biologica, interessa tulle le 5 tenute di proprietà della famiglia, di cui quattro in Toscana e una in Umbria, con l’acquisto nel 2018 di una tenuta di ti ettari a Montalcino, proprio accanto all’abbazia di Sant’Antimo. “Oggi - spiega Andrea - i Valori di Cecchi vedono un profondo rispetto per l’ambiente, per le persone che lavorano nella filiera, per la tradizione e le varietà autoctone corre elemento di continuità con l'identità territoriale, di crescita ed affermazione collettiva”. Le tenute Valle delle Rose e Alzatura, ad esempio, sono 100% organic mentre quelle del Chianti Classico, Villa Cerea e Villa Rosa, sorso attualmente certificaLe dal marchio Agriqualilà con un processo oli conversione al biologico già in atto e “hanno ottenuto la recentissima certificazione EqualiLas, che integra la sostenibili là ambientale economica quella sociale”. Strumenti e pratiche Sul tema degli strumenti e delle pratiche orientate ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico, in futuro dovremo fare i conti con una progressiva diminuzione della produzione”, spiega Andrea Cecchi. 1: aggiunge: “Noi abbiamo già iniziato ad attrezzarci. Dovremo proseguire le attività di selezione dei vitigni autoctoni e stiano sperimentando nuovi porta innesti che ci consentano di andare in profondità nei terreni alla ricerca di falde acquifere. Come ulteriore risorsa idrica stiamo inoltre da armi riprisLivando i “agnelli poderali, per l'irrigazione di soccorso in casi di grandi siccità”- Questo, però, è il futuro, Il presente è legato ad una vendemmia che “sarà sicuramente positiva dal lato della qualità mentre sulla quantità dovremo fare i conti con gli esiti di una raccolta che si annuncia - conte si suol dire - a macchia di leopardo, con situazioni in cui avremo sicuramente un calo di produzione”. A far conoscere i vini della Famiglia nel mondo, a cavallo tra le due guerre mondiali, con grande intraprendenza e lungimiranza, era stato Luigi Cecchi. Oggi l'azienda vende metà dei suoi vini sul mercato domestico e l'altra metà all'estero. Le Tenute sono organizzate per fare attività di accoglienza e permettere sia agli addetti ai lavori sia al pubblico italiano ed internazionale di godersi esperienze dedicate al vino, dalla vigna alla cantina, eventi compresi. Toccherà alla quinta generazione proseguire questo grande progetto, rivolgendosi a consumatori sempre nuovi nel mondo e muovendo i prossimi passi di un percorso iniziato 130 anni fa e nato dalla profonda passione di una famiglia chiantigiana da sempre impegnala nella valorizzazione del proprio territorio di origine e dell’uva Sangiovese.

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