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La Repubblca

Le vigne degl altri ... Dalla Borgogna alla MoselIa dalle alture di Brda, in Slovenia, al bacino del Duero, in Spagna. Quattro itinerari europei alla scoperta di cantine e paesaggi dei nostri vicini. Per un lungo weeked d’autunno... Destinazione cantina. Non è un invito all' ubriacatura molesta, piuttosto a combinare il piacere di una buona bottiglia con i paesaggi sognanti, le cene romantiche, quel misto di country life e lento assaporare che si porta appresso il turismo del vino. Se poi quest' anno - dopo aver mandato a memoria le colline del Chianti e la geografia delle Langhe, le vigne arrampicate sulle Cinque Terre e quelle della Costiera amalfitana - vi punge vaghezza di mettere il naso fuori confine puntando alla terra d' Europa, non ve ne pentirete. Le vigne degli altri, tra visite in cantina e cene in tema vi regaleranno inaspettati coup-de-coeur a portata di gita in macchina. Certo, raggiungere Francia e Spagna, Germania o Grecia in aereo dura il tempo di un respiro. Ma la soddisfazione di trasformare i week end della vendemmia in scoperta di nuovi vini - con conseguente acquisto e stivaggio nel bagagliaio - vale davvero il viaggio in quattroruote. Incrociate i suggerimenti di amici fidati, le recensioni di qualche blog serio - da quello di Michele Shah al tandem dell' Espresso Gentili-Rizzari- più un paio di guide affidabili( in primis quelle di Hugh Johnson), riducete le valigie al minimo (ci sarà bisogno di spazio) e partite. Se il clima farà le bizze, pazienza: vi toccherà passare più tempo al chiuso, magari con un bicchiere tra le mani. Non è detto che sia una cattiva notizia. Duero (Spagna)... Piccola contea della regione autonoma di Castiglia e Leòn, nord ovest della Spagna, la Ribera del Duero deve il suo nome al Duero, il terzo fiume della penisola iberica. Ed è lungo il suo bacino, per un tratto di centoquindici chilometii, che si raccolgono i vitigni tipici della Denominazione d’Origine più famosa di Spagna insieme alla Rioja, altra regione di grande tradizione vinicola situata un poco più a est. I rossi con carattere, intensi e strutturati, che nasconò dal suo vitigno tipico, la Tinta del Pais, sono quelli che hanno dato lustro alle coltivazioni della Ribera, incastonate tra le bellissime province di Burgos, a nord, e di Segovia,aI sud. Tra copa y copa, quindi, si può ammirare la Cattedrale di Santa Maria di Burgos, l’opera gotica più importante di Spagna. e il monumentale acquedotto di Segovia, il pegno più tangibile della presenza romana nella penisola iberica. Tappe ugualmente obbligate, ma più intime, sono il comune di Peñafiel, poco piò di cinquemila anime e un castello medievale dentro il quale sorge un museo del vino, e Roa del Duero, sede dei consiglio che regola l’assegnazione del marchio d’Origine Ribera e di innumerevoli bodegas (cantine) a conduzione familiare. Borgogna (Francia)... È la capitale del vino borgognone, la tappa essenziale dl un tour vinicolo: Beaune è una deliziosa, piccola cittadina con uno dei gioielli culturali francesi, l’Hotel Dieu, il vecchio ospedale, modello dell’architettura locale. Oggi è sede degli Hospices, che possiedono centinaia di ettari di vigne ricevuti in eredità per curare i poveri. La vendita all’asta, la terza domenica dl novembre, dà la tendenza dei prezzi annuali. Di fronte, all’Athenaeum, oltre a una cantina ben fornita, avete tutto quel che occorre avere e sapere per degustare una buona bottiglia. Ma dappertutto pullulano le maisons de négoce, fra cui spicca il nome di Bouchard in rue du Château. L’itinerario più bello è certamente quello che punta verso il nord e porta a Digione, soprattutto se si preferisce alla statale la strada che passa in mezzo alle colline. È bene dare un’occhiata a Nuits-Saint-Georges e alla chiesa di Saint-Symphonen, sostare a Vosne-Romanée (sette grand crus costosissimi e ricercati in tutto il mondo) e al Clos Vougeot (fondato dai monaci dell’abbazia di Citeaux nel 1098), ma è obbligatoria una feimata a Gevrey Chambertin. Oltre ai suoi vini e ai bellissimi vigneti, offre ai visitatori la chiesa rosa di Salnt-Agnan: secondo la leggenda, il vino venne mescolato al cemento. Mosella (Germania)... Cominciadall’antica Treviri con la Porta Nigra delle mura romane il viaggio lungo
la Mosella. Prendiamo al meglio una robusta, potente berlina, rassegniamoci a strade ricche di curve e tornanti. Ne vale la pena. La valle della Mosella, disegnata dal corso del fiume, offre paesaggi tra i più belli dell’Europa centrale. La curva della Mosella, tra Leiwen e Trittenheim, varrebbe da sola il viaggio. O spingiamoci a vedere lo Bremer Calmont, la vigna terrezzata più ripida del mondo. Ovunque, le terrazze per la vite disegnano il luogo, tra campanili e paesini dal tetto spiovente. Non manchiamo la romantica cittadina dl Belistein, “la perla della valle della Mosella”. Diamoci tempo
per passeggiare nel centro medievale di Bernkastel-Kues, vlsitiamo nel delizioso paesino il museo del vino della Mosella. Spingiamoci anche a Traben-Trarbach, ammiriamo ricchi edifici barocchi a un passo da antiche case a travi in legno scoperte. E soprattstto andiamo a caccia divini da assaggiare. All’azienda familiare Herr Alfred Walter, a metà strada tra Cochem e Bernkastel
offrono di tutto: da leggeri, fruttati bianchi da tavola a un Riesling di prim’ordine, con cui gustare il meglio della cucina tedesca ma contaminata dalla non lontana Francia. Lubiana (Slovenia)... Che aspettiate San Martino per andare a far festa in quel di Kubed o che preferiate passeggiare ai piedi del castello di Lubiana, capitale in miniatura della “piccola Svizzera”, la Slovenia è terra per innamorameriti subitanei negli occhi e sul palato. Se il meglio della gastronomia ruota Intorno a tartufi bianchi (che spesso diventano d’Alba nel tempo sulla Trieste-Torino) prosciutto crudo istriano, gnocchi al sugo d’orso e baccalà, bianchi & rossi vanno oltre, inseriti a pieno diritto tra i grandi bicchieri dell’enologia europea. Magnifici i paesaggi del vino sloveno, vere cartoline d’autore, tra castelli e chiese, vigneti e mulini. E rigorosa la produzione, sottoposta a disciplinari severi, che incentivano le pratiche virtuose della buona viticoltura. La Slovenia diventata terra d’elezione per la viticoltura biodinamica, in grado di esaltare uve facili e scorbuhche - sugli scudi
Rizilng e Merlot, Pinot nero e Sauvignon, Malvasia e Ribolla - grazie a lunghe fermentazioni e apparecchiature ipermoderne. Nota di merito per le etichettedel Collio sloveno, sulle collinedi Brda, dove prospera l’azienda Movia, star dell’enologla slovena, i cui vini senza solforosa - se volete regalarvi un assagglo doc mentre programmate una gita in zona - sono distnbulti in italia da Velier.

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