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La Repubblica

“L’alcol fa male”. Etichette del vino come le sigarette … Sulle bottiglie scritte sui rischi sanitari del consumo e i legami con tumori e altre patologie. Coldiretti: è un attacco all’Italia… Il vino come le sigarette. L’Irlanda ha ottenuto il via libera della Commissione Europea alle avvertenze sanitarie obbligatorie sulle etichette di vino, birra e liquori. Se arriverà anche l’ultima autorizzazione necessaria, quella dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, su tutte le bottiglie di bevande alcoliche che circolano nel Paese del Nord Europa sarà obbligatorio indicare i rischi di malattie del fegato, tumori, aborti spontanei. Per l’Irlanda rappresenta la vittoria di una battaglia intrapresa da lungo tempo per combattere l’alcolismo, un grave problema sanitario per il Paese. In questo modo, però, si ribellano i produttori italiani, si colpisce il consumo “sano” di vino e la sua commercializzazione: il prodotto viene demonizzato mentre è solo l’abuso che provoca problemi alla salute. “Studi approfonditi di carattere medico-scientifico dimostrano al contrario che un giusto consumo di vino fa bene - obietta il presidente di Coldiretti Ettore Prandini-. Mentre in Europa ci sono forti spinte da parte delle aziende che producono bevande e alimenti “iperprocessati”, creati in laboratorio e non legati al territorio, al clima e alle tradizioni, a differenza del vino”. La questione non è tanto che il consumo di vino italiano calerà in Irlanda, un Paese che da sempre non è un grande importatore dei nostri prodotti. Quello che temono i nostri produttori, spiega il presidente dell’Unione Italia Vini Lamberto Frescobaldi, è che verrà lanciato “un segnale d’allarme sui prodotti alcolici facendo di tutta l’erba un fascio”. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti denuncia “una deriva proibizionistica”, per Cia-Agricoltori Italiani con questa decisione si compromette “il lavoro fatto fino ad ora a livello comunitario con il Cancer Plan”. Infatti proprio in quell’occasione i Paesi che più spingono per l’adozione degli “health warnings nelle bottiglie di vino e di birra si erano battuti per una applicazione generalizzata del principio, senza riuscirci. E un anno fa, ricorda l'eurodeputato dem Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura, il Parlamento di Strasburgo ha approvato a larghissima maggioranza una risoluzione sulla lotta contro in cancro che “esclude categoricamente l’introduzione di sistemi dí etichettatura sanitari, come quelli presenti sui pacchetti di sigarette”. E ora, osserva De Castro, “sorprende come la Commissione Europea non prenda minimamente ín considerazione” la posizione del l’Europarlamento. Oltre la metà dei 11 miliardi di euro di fatturato dei produttori italiani arriva dall’estero, e 3 miliardi in particolare dall'export nei Paesi Ue. Ma non si tratta solo del danno economico: il via libera all’Irlanda mette in dubbio i principi sui cui si fonda la Ue, denunciano i produttori italiani: “La cosa che più spiace è che viene data la possibilità ai singoli Stati di muoversi in autonomia”, dice Prandini. “La Ue nasce come mercato comune - ricorda Lamberto Frescobaldi - dove ci sono etichette uguali per tutti e il libero commercio dei prodotti”.

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