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La Repubblica

Il prosecco resta sul trono con i tagli alla produzione … Anche se la grandine ha colpito le zone collinari, la riduzione del 20% attesa a fine vendemmia è in parte il frutto di un calo programmato, che ha portato a contenere le aree di conferimento. Con l’obiettivo di mantenere stabili i prezzi, grazie anche a un mercato sempre vivace… Il Prosecco vive una vendemmia complicata, ma non perde la sua corona di re del vino italiano. Le cifre definitive ancora non ci sono, si avranno per novembre, l’attesa è per un calo programmato in termini di produzione attorno al 20%, che riporta comunque il sistema a ritmi di crescita più normali, dopo un 2022 eccezionale, che doveva recuperare sull’anno precedente. Per non tutte le zone produttive è stato lo stesso: l’area della Doc è stabile, mentre quella della Docg Conegliano Valdobbiadene - causa la maggiore presenza di area vitata in collina - ha subito di più i danni del maltempo. Asolo, anch’essa in zona collinare, è stata invece risparmiata dalle grandinate. In generale, tuttavia, anche nel clima pazzo, e nonostante l’aumento degli interventi in vigna per contrastare l’insorgere delle malattie, questo pezzo d’Italia resta escluso da danni importanti. “E una vendemmia complicata - dice Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi - è diversa dagli altri anni e siamo anche in ritardo. Ma ci è andata bene, abbiamo visto come al Centro-Sud ci saranno cali sensibili, che toccheranno ad esempio anche Toscana e Marche. Qui in Veneto e per quanto ci riguarda in Villa Sandi, stiamo ultimando la vendemmia. In generale in regione ci aspettiamo una crescita del 5 per cento”. Il resto del sistema prosecco, suddiviso in tre denominazioni, resterà stabile, anticipa l’imprenditore: “In termini di volumi ad agosto abbiamo registrato un rallentamento delle vendite del 3-4%”. Un’ottima notizia soprattutto guardando le stime che vedono un calo di 10 milioni di ettolitri a livello italiano. Anche per Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente di Confagricoltura Treviso, vicepresidente del consorzio Prosecco Doc e presidente di Federdoc, federazione che riunisce tutte le doc del vino, il 2023 sarà un anno di consolidamento, che esce dall'eccezionalità del post pandemia. “Il 2022 è stato un anno straordinario per tutto il sistema, per mancanza di prodotto abbiamo anche allargato la zona di attingimento, quest’anno abbiamo deciso di ridurre la zona e questo significa avere una riduzione di prodotto. Il consorzio l'anno scorso aveva 216 quintali per ettaro, nel 2023 sono stati 180 quintali per ettaro; quindi, ci sarà una riduzione in automatico delle bottiglie, ci sarà meno produzione ma con stabilità di valore”. Sulla vendemmia spiega che sarà un “po’ meno abbondante delle stime, le grandinate qualche danno lo hanno fatto. La previsione conferma una contrazione del 20% della produzione, un calo del 3% per quanto riguarda le bottiglie e una diminuzione degli ettari vitati. “Una percentuale accettabile - dice Gallarati Scotti Bonaldi - le difficoltà del mercato si sono sentite su tutti i vini, per il prosecco si tratta di un ridimensionamento, ma il 2023 è stato un anno particolare, diverso dal 2022, positivo ma con un’altra situazione economica: guerra, inflazione, maggiori costi di materie prime”. E ancora: “Dobbiamo continuare uniti su questa strada, sono migliaia le aziende nel mondo del prosecco (oltre 13.400 produttori, ndr). Ogni tanto ci sono spinte centrifughe ma dobbiamo essere focalizzati sui nostri obiettivi, alcuni dei quali stringenti, come la sostenibilità ambientale, il miglioramento dell’utilizzo dei fitofarmaci, la riduzione dell’utilizzo dell’acqua e la comunicazione del valore prodotto dal sistema prosecco”. Per Sandro Bottega, alla guida dell’omonima cantina di Godega di Sant'Urbano, che aveva giudicato quella del 2023 come la vendemmia più difficile degli ultimi 40 anni: “Non cambio opinione, anche se gli ultimi giorni di caldo stanno dando alle uve rimaste un grado alcolico e una qualità buona. Quindi non sarà una vendemmia eccezionale ma media, il mercato del prosecco è molto vivace e se non c’è la stessa vivacità nell’andamento della vendemmia questo può rendere più appetibile il prodotto e la domanda. Sul prezzo non vedo cambiamenti, il prezzo del vetro e il costo dell’energia sono stati gli unici elemen- ti che hanno influenzato gli aumenti”.

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