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La Repubblica

Le bollicine più esclusive, lo champagne, a breve potrebbero parlare almeno in parte italiano. La Campari, infatti, ha avviato una trattativa in esclusiva per acquisire l’80% prima (e a medio termine il resto) del gruppo francese San Ficoma, la holding familiare di Francis Tribaut proprietaria di Champagne Lallier e produttrice di un milione di bottiglie l’anno, di cui 700 mila a marchio Lallier. Ed è proprio quest’ultima etichetta l’oggetto del desiderio, per Campari, essendo posizionata in una delle rare località classificate come “Grand Cru” nello Champagne, indicazione del livello di prestigio del prodotto. Il prezzo della trattativa non è stato reso noto ma certo l’importo non sarà troppo impegnativo, trattandosi di un’acquisizione di eccellenza per il marchio ma di dimensioni non enormi. Campari rileverà i brand, gli stock di liquido e le proprietà immobiliari (preziosi vigneti inclusi). Il gruppo italiano, multinazionale con sede a Sesto San Giovanni (poco fuori Milano) ha appena ottenuto un finanziamento da 750 milioni da un pool di banche, parzialmente utilizzato per rimborsare un eurobond da 581 milioni emesso 5 anni fa. Era da qualche tempo che sul mercato giravano voci di una possibile acquisizione, probabilmente in Francia, da parte del gruppo. Semmai ha creato qualche sorpresa la scelta del prodotto, uno champagne, per un gruppo sempre più focalizzato sui super alcolici e sugli aperitivi, che garantiscono una marginalità più alta rispetto al vino. Negli anni Campari ha venduto tutti i marchi che possedeva nel segmento del vino “fermo” e si è concentrata sulle bollicine per il mercato russo e australiano (dove i consumatori apprezzano molto la variante dolce dello spumante) e sui prodotti “ancillari” dello spritz Aperol e Campari (soprattutto il primo una vera e propria manna per i conti del gruppo). Ma proprio il prestigo assoluto del prodotto premium spiega la scelta: chi beve champagne (che ha comunque margini alti) tende a cercare sempre la stessa marca, come per il whisky o per la vodka, per cui si crea una forte identificazione tra il prodotto e il brand, nel solco della filosofia perseguita da Campari, a differenza dei consumatori di vino considerati più trasversali nelle scelte. Inoltre la Francia, insieme al primo mercato del gruppo - gli Stati Uniti - e all’Italia, sta diventando sempre più strategica nella geografia Campari. L’ultima acquisizione, solo qualche settimana fa, è stata la rete di distribuzione Baron Philippe de Rothschild France Distribution. Senza contare che la più grande acquisizione del gruppo è stata il Grand Marnier ed è sempre frante se, della Martinica, il rhum acquisito lo scorso anno.

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