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La Repubblica

I sapori del viaggio e l'aria aperta: la “buona” ripartenza … Dopo i tour virtuali e le degustazioni digitali gli italiani riscoprono finalmente la gioia di assaggiare il territorio “dal vivo”. Intanto ristoranti e realtà del settore hanno innovato il modo di accoglierli... Alla fine ci siamo stancati anche delle degustazioni digitali. Di instagram Live guidati da esperti enoligi o sommelier, di webinar che ci conducevano, si fa per dire, in cantina o in malga. “La tecnologia è servita a mantenere una vicinanza con i clienti e turisti, in alcuni casi ad aiutare le vendite, e sicuramente di questa innovazione obbligata qualcosa rimmarà anche nel futuro, ma il digitale è per lo più uno strumento per la pre e post esperienza turistica tradizionale”. Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management dell’Università degli Studi di Bergamo, recentemente entrata nel consiglio di amministrazione della World Food Travel Association, è un esperta di turismo enogastronomico. “In verità l’enogastronomia non è mai stata la prima motivazione per intraprendere un viaggio, ma senza dubbio negli ultimi anni, il 94 per cento di chi si trovava in vacanza ha voluto fare questo tipo di esperienza. Gli italiani, in particolare, secondo le nostre ricerche, almeno per il 75 per cento tendono a muoversi nel territorio locale quando si parla di enogatsronomia, cosa che, visto quello che ci dicono tutti i dati sul turismo di prossimità, è di buon auspicio per tanti, anche piccoli, che hanno lavorato sulla richezza della nostra filiera agroalimentare”. Il via libera a sagre e fiere di paese, che secondo Coldiretti sono apprezzate da otto italiani su dieci, è un’altra ventata di ossigeno per l’escursionismo giornaliero, e per alimentare quel circolo virtuoso intorno alla cultura del cibo che va dalla produzione di un cibo di qualità certificata alla rivalutazione del territorio, fino al flusso turistico e alla condivisione sui social, e ritorno. Il fattore extra di quest'estate sarà dunque portare questo aspetto della vacanza all’aria aperta. “Rispetto al Sudamerica, dove è inverno, l’Italia è avvantaggiata dalla stagione estiva. La possibilità di trasferire, e con successo, l’evento enogastronomico nella natura sono tante”, continua Garibaldi. “Food tour nei vigneti, giri in e-bike tra malghe e meletti, degustazioni oper air di formaggi e salumi, picnic tra i filari... Volendo vedere un lato positivo, la pandemia ci ha costretto a uscire dalla nostra zona confort e spinto e innovare e investire sui nostri modelli di accoglienza. Il mondo invidia il nostro paesaggio, eppure, rispetto alla Napa Valley per esempio, preferiamo organizzare le visite tra barrricaia e locali produttivi. Questo cambiarà, e ci guadagneremo tutti”. L’abbinata turismo enogastronomico e vacanza open air potrebbe quindi risultare vincente. Nessuno vuole perdere, dall’altra parte, quei 2,65 milliardi di euro generati dal 15 milioni di visite in cantina del 2019. Così il Movimento Turismo Vino ha stilato un protocollo internazioanle insieme ai “colleghi” provenienti da Argentina, Brasile, Cile, Spagna, Messico, Stati Unito, Sud Africa e Francia, chiamato tranquillamente Enoturismo e che darà alle cantine e a chi lavora nel settore gli strumenti giusti per riprendere l’attività. Indicazioni per l’accoglienza, la degustazione (niente scambio di postazioni e nessun contatto tra bottiglia e calice consegnato personalmente), la visita in cantina e nel wine shop, il nuovo uso degli spazi all’aperto. E all’aperto sarà il primo grande evento post pandemia del turismo enologico: Calici di Stelle, dal 2 al 16 agosto nelle cantine associate al Movimento Turismo del Vino e nelle Città del Vino: una festa tra i filari e borghi dove un posto speciale lo avranno le Cene con i Vignaiolo. Perché anche il piacere del gusto e dello stare insieme va portato all'aria aperta. Bistrot gourmet, ristoranti stellati, trattorie tipiche, piccole cucine di quartiere: tutti a occupare una piazza, un lago, un pezzo di marciapiede o di cortile, una terrazza, il gardino, per chi ce l’ha. Una su tutti, Villa Biancardi a Codogno, che per i fine settimana estivi, per ora fino a fine luglio, si è inventata cene, picnic e “apegrillnic” nel parco. Un cestino di vimini riempito di pane di lievito madre, brioscine salate ripiene di manzo all'inglese e raspadura, insalate, pesce grigliato, acqua aromatizzata con lime e menta. E naturalmente una tovaglia a quadri, posate di acciaio, piatti in ceramica, bicchieri... E si ricomincia.

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