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La Repubblica

Dazi, Trump “garanzia” vino, olio e pasta italiani … Evitato il nuovo giro di vite imposto dagli Usa contro gli aiuti di Bruxelles a Airbus. Ma rimane il balzello del 25 per cento sulle esportazioni di parmigiano e liquori... Festeggiano lo scampato pericolo vino, olio e pasta. Tirano un sospiro di sollievo - senza cantar vittoria - formaggio salumi e liquori. L’Italia della tavola evita una nuova mazzata nella guerra dei dazi tra Europa e Usa ma non riesce (per ora) a cancellare i balzelli del 25% imposti dalla Casa Bianca su parmigiano, pecorino, pro-sciutto, limoncello & C. nell'ambito dello scontro tra Washington e Bruxelles sui sussidi ad Airbus e Boeing. Donald Trump ha deciso ieri di rinviare il nuovo giro di vite tariffario sulle merci europee, limitandosi a rivederne i contorni con un mix che penalizza di più Germania e Francia e toglie dalla lista nera dei prodotti colpiti molte specialità greche e inglesi (ma non il whisky scozzese). La prima tornata di dazi su 7,5 miliardi di beni del vecchio continente era scattata lo scorso ottobre dopo la sentenza dell’Organizzazione del commercio mondiale che ha condannato Bruxelles per le sovvenzioni al consorzio europeo Ue. E nell'elenco delle vittime collaterali della guerra commerciale - malgrado l’Italia non abbia alcuna partecipazione in Airbus -erano finiti anche alcuni dei Dop più pregiati di casa nostra. Il cronoprogramma del presidente Usa prevedeva di varare in questi giorni un inasprimento in caso di mancato accordo, portando dal 25 al 40% le sanzioni sui beni già tassati e imponendo nuovi dazi su altre categorie alimentari come olio, vino e pasta. Ma Trump - alla luce dei ramoscelli d'ulivo tesi dall’Europa che ha iniziato a rivedere i finanziamenti al gruppo aerospaziale - ha deciso di sospendere la fase due, limitandosi a fare manutenzione a ai dazi già esistenti: la Grecia (alle prese con un durissimo braccio di ferro con la Turchia nell’Egeo, con gli Usa dalla sua parte) è stata premiata con la cancellazione dei balzelli sulla feta e altre specialità elleniche; lo stesso è successo per alcuni prodotti fatti in Gran Bretagna - con cui gli Stati Uniti stanno negoziando un accordo commerciale post-Brexit. E queste sanzioni sono state spostate su Francia e Germania, i paesi più coinvolti nella questione Airbus. “È un’ottima notizia per le nostre filiere - ha commentato la ministra all’agricoltura Teresa Bellanova - non è più il tempo delle guerre commerciali”. L’inserimento di vino, olio e pasta nell'elenco dei generi soggetti alle nuove tariffe - calcola Coldiretti - avrebbe colpito qualcosa come 3 miliardi di valore di esportazioni italiane. “Gli Stati Uniti sono il nostro principale mercato di sbocco, ringraziamo la di-plomazia tricolore”, ha detto soddisfatto Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino. Applausi sono arrivati anche dal Chianti e persino il mondo del Parmigiano-Reggiano - su cui continua a gravare una tassa extra del 25% - è comunque soddisfatto a metà: “Se l’imposta fosse salita al 40% sarebbe stato un duro colpo, anche alla luce del momento difficile del nostro mercato”, ha detto il presidente del consorzio Nicola Bertinelli. “Il problema ora è chiedere la revoca delle sanzioni già in essere”, ha spiegato il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia. Qualche spiraglio sembra esserci. Bruxelles ha riconosciuto ieri la “buona volontà” di Washington che ha deciso di stoppare l’inasprimento ,delle tariffe, ribadendo la volontà della Ue di intensificare i negoziati per arrivare a una soluzione del braccio di ferro commerciale.

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