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La Repubblica

Ripresa e incognite nello stesso bicchiere … La “tempesta perfetta”. Così la presidente di Federvini Micaela Pallini fotografa il settore dei vini e dintorni: “Materie prime in forte aumento, energia alle stelle, crisi internazionale. Difficilmente in passato i nostri comparti hanno dovuto gestire una sfida così complessa e il rischio è di annullare la ripresa del 2021”. Ecco dunque cosa pesa di più in questo momento: “Il prezzo del cartone è quasi raddoppiato, il costo dei tappi è aumentato del 40% e il vetro di un buon 25%, ci siamo resi conto di quanto conta per noi l’Ucraina nel settore della vetreria e nella produzione di alluminio”. Peccato perché il 2021 aveva visto ottimi risultati soprattutto sull’export come dimostrano i dati dell’Osservatorio Federvini in collaborazione con Nomisma e TradeLab: “Abbiamo toccato un nuovo record per il comparto del vino fuori dai nostri confini che hanno superato i 7 miliardi di curo, in crescita del 13% sul 2020, la maggiore crescita è stata segnata dalle bollicine, grazie alle eccellenti performance del Prosecco che ha messo a segno un più 31.5% rispetto al 2020 ma anche i rossi fermi dop della Toscana con un più 15% e i rossi dop del Piemonte con più 17,4%”. E tornando in Italia: “Con un valore di circa 2,8 miliardi di euro nel 2021, le vendite di vini nella gdo hanno segnato una crescita del 3,7% sull’anno precedente, trainata principalmente dagli spumanti, in crescita del 18,4%, e in parte dai vermouth con 1.4%. Le vendite di spiriti sono cresciute del 6.5% nel 2021 vs il 2020, arrivando a 1,2 miliardi euro, registrando progressi in tutte le categorie - aggiunge Pallini - i best performer sono gli aperitivi alcolici con un più 17,3%, seguiti dagli amari con un più 7,1% e liquori dolci con più 3.3% e distillati con più 3%”. Quanto ha pesato la pandemia in questi due anni? “Le consumazioni di vini e spiriti hanno registrato trend migliori rispetto all’intero comparto delle bevande, chiudendo il 2021 a circa il meno 6% rispetto al 2019. In Italia nel 2021 le consumazioni di vino, bollicine, spiriti e amari sono state quasi 1,2 miliardi, vino e bollicine hanno generato oltre 650 milioni di consumazioni e sono state le prime categorie a ripartire dopo la fine del lockdown mentre la più sfavorita anche dalla chiusura delle discoteche, è quella dei liquori e distillati che ha registrato appena 61 milioni di consumazioni”. Ecco dunque le richieste di Federvini al governo per avere una maggiore serenità nei 2022: “Un aiuto per la promozione in mercati nuovi come quelli orientali e misure compensative come la defiscalizuzione e maggiori attenzioni verso speculazioni e rincari che non possiamo controllare”. Punta su un futuro sempre più digitale Ignacio Sanchez Recarte. segretario generale Ceev (l’organizzazione del vino europeo): “Per rispondere alle sempre maggiori richieste del consumatore abbiamo creato una piattaforma U-Label che permette di avere una etichetta unica in tutta Europa e che è già attiva dal dicembre 2021 e diventerà obbligatoria dal dicembre del 2023”. La piattaforma è anche un aiuto per le piccole aziende che non hanno modo di tradurre tutti gli ingredienti, gli allergeni e tutto quanto è necessario sapere a chi acquista o lavora nel vino. Aggiunge Sanchez: “Offriamo a tutti gli operatori la possibilità di creare un’etichetta elettronica in modo semplice perché troveranno una tabella che corrisponde alle varie voci e al termine otterranno un QR code da stampare sull’etichetta, se poi le autorità di controllo dovessero riscontrare degli errori all’azienda bastano 5 minuti per regolarizzare l’etichetta e mettersi a norma”. L’elemento incognita è quello che preoccupa di più Albiera Antinori, al lavoro nell’azienda di famiglia da quando aveva 19 anni e ora alla presidenza di Marchesi Antinori oltre che alla presidenza del Gruppo Vini di Federvini: “Noi abbiamo un’azienda con 530 dipendenti fissi che con gli stagionali quasi raddoppiano e quindi c’è anche un senso di responsabilità ma in questo momento è difficile fare previsioni tra guerra, coda del Covid 19, aumento dei costi delle materie prime come il vetro e dei trasporti delle merci ma quello che abbiamo capito in questi due anni è che i cambiamenti di scenario sono rapidi quanto imprevedibili e decisamente prima non eravamo abituati”. Le cose per l’azienda erano molto migliorate lo scorso anno: “Nel 2021 abbiamo avuto un più 7% di fatturato rispetto all’anno precedente e ora per la quantità di vino a disposizione siamo pronti a realizzare un più 4% alla fine dell’anno ma naturalmente bisogna vedere quale sarà il quadro generale e quali spese dovremo affrontare”. La guerra ha bloccato l’export in alcuni mercati: “Naturalmente la Russia, l’Ucraina e in generale verso l’Europa dell’est, una buona parte della Cina anche se per noi il mercato più forte è l’Italia seguita da America, Germania, Gran Bretagna e Canada e per fortuna in tutto il 2021 l’Italia si è comportata benissimo”. Comunque in generale c’è uno spirito positivo guardando al futuro: “Abbiamo ripreso bene e quindi siamo ottimisti anche se indubbiamente le tante incognite frenano gli entusiasmi e spingono alla prudenza”.

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