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La Repubblica

Il tappo dei miracoli. “Così rendo eterne le bottiglie di vino” … Uno scienziato americano, Greg Lambrecht, ha inventato un tappo che consente di conservare bottiglie già aperte. Senza far perdere nulla al vino. E lo racconta sul mensile de ilgusto.it, l’hub del gruppo Gedi… Un Sassicaia, uno champagne, un Ceretto Cannubi da una magnum del 2009. Bottiglie importanti, gelosamente custodite nella cantina di casa o in mostra in ristoranti ed enoteche. Possibile consumarle al calice? E se si è in due o in tre, si può scegliere di degustare ciascuno un bicchiere diverso, senza dover aprire o acquistare tutte le bottiglie? La risposta è sì. O almeno, questa è la direzione in cui la richiesta del consumatore sta andando, assecondata sempre di più da locali che ampliano l’offerta di vini al bicchiere. Ma come è possibile stappare bottiglie costose ed evitare che il vino si rovini? A risolvere il dilemma ci ha pensato uno scienziato americano, Greg Lambrecht, fisico specializzato in ingegneria medica, famoso per aver inventato protesi rivoluzionarie, valvole cardiache e dispositivi medici per pazienti oncologici, ma anche un particolare tipo di tappo che è riuscito a capovolgere la prospettiva del consumo di vino: il Coravin. È lo stesso Lambrecht a raccontare la sua storia sulle pagine de I piaceri del Gusto, mensile de ilgusto.it, l’hub del Gruppo Gedi, inserto cartaceo che domani (giovedì 12 maggio) trovate allegato a la Repubblica, La Stampa, Gazzetta di Mantova e la Provincia Pavese: 48 pagine ricche di spunti di viaggio, in cui la redazione ha selezionato i 100 piatti per cui vale la pena sedersi a tavola in Italia. E di testimonianze, come quella dello scienziato dei tappi, che ha nel curriculum anche 5 anni alla Pfizer: “Oggi non sei più obbligato ad aspettare 5 o più anni che il vino sia pronto: puoi degustare un bicchiere ora e uno nel futuro, dalla stessa etichetta, per sperimentarne l'evoluzione. Io, in quanto scienziato, non sono paziente... ”. Appassionato di vino sin dall’età di 16 anni, a partire dal 1999 realizza di voler creare qualcosa di speciale che coinvolga il mondo dell’enologia, qualcosa in grado di migliorare la qualità della vita della gente. È così che, dopo anni di test, nel 2011 nasce Coravin, azienda di tecnologia vinicola, attiva in 60 Paesi, che grazie a tappi ipersofisticati permette di bere un calice mantenendo intatte qualità e capacità conservativa della bottiglia. Una tecnologia che raggiunge l’apice in un dispositivo dotato di un ago che attraversa i tappi senza rimuovere il sughero. Il vino estratto viene sostituto con gas argon puro, così l'ossigeno non entra in contatto col liquido rimanente. “L’ago che usiamo nel Coravin - racconta Lambrecht - è lo stesso del mio dispositivo per la chemioterapia. Il primo prodotto che sviluppai era per la chemioterapia: una protesi sottocutanea con un tubo che raggiungeva il cuore tramite un ago. Iniziai a fare trial clinici in giro per il mondo. Conobbi così diversi chirurghi, e tutti mi regalavano un vino “da bere nel futuro”. Ma io volevo capire subito che gusto avesse. Quando stappi una bottiglia, hai il tempo contato: uno o due giorni per berla al top. Per questo è nata l’idea di Coravin. I primi trenta dispositivi li feci nella mia tavernetta, a Boston. Oggi abbiamo consumatori a Shanghai, Hong Kong, Sydney, New York, Parigi... Nell’azienda lavorano 80 persone e abbiamo servito più di 150 milioni di bicchieri: molti a giovani che hanno voglia di sperimentare. La sede globale è in Boston, quella europea è ad Amsterdam, quella asiatica è a Hong Kong. E stiamo per aprire in Australia”. In questo momento storico, la gente è molto attenta al benessere, poter bere un solo calice è una bella opportunità, ma molto costosa. “È un investimento per la vita - risponde Mr Coravin - il modello meno caro è il Timeless (quello con l’ago): 149 euro. Un iPhone costa 1000 euro. Quanto vale la qualità della vita? Il range di spesa oggi è fra i 99 e i 299 euro. Ma il mio scopo è abbatterlo”.

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