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La Repubblica - Affari & Finanza

I vini italiani ora sono star del Liv-ex ... Declino degli scambi per i Bordeaux, che dominavano il trading mondiale, seguiti quest’anno dai Borgogna. Record per le nostre etichette tra Sangiovese 2015 di Soldera, uno dei simboli di Montalcino, e Barolo Conterno 2013... Italy is the star, l’Italia è la stella del mercato dei vini d’eccellenza. Lo dicono gli esperti del Liv-ex, la piazza per eccellenza dei fine wine. Un mercato profondamente cambiato e il lockdown ha contribuito ad accelerare alcuni trend già consolidati. Sono sempre di più gli acquisti online e il trading su Internet, a sua volta, ha contribuito ad ampliare il ventaglio di etichette di diversi paesi facendo salire le quotazioni di alcuni brand e, in altri casi, addirittura trainando l’ingresso di nuovi. Fenomeni che hanno innanzitutto contribuito ad allargare il mercato, con un effetto dirompente: hanno “scardinato” la totale predominanza dei francesi nelle transazioni. “Assistiamo al declino dei Bordeaux”, dice Justin Gibbs, co-fondatore del Liv-ex. Nel 2010, anno di picco della richiesta boom da parte della Cina, i Bordeaux coprivano il 96% del mercato, ora sono dimezzati, al 48%. Del declino dei Bordeaux si erano in passato avvantaggiati i fratelli francesi della Borgogna, che lo scorso anno hanno toccato il massimo dello share, 20%. Ma quest’anno, ecco una perdita di quota del 15%. “I buyer hanno spiegato le ali”, commenta Gibbs, volando oltre i due territori francesi, avventurandosi nel mondo. Nel solo mese di aprile il numero di etichette differenti è aumentato del 30% Usa, Spagna, Australia, Germania: le etichette blasonate di questi Paesi si stanno facendo largo nel Liv-ex. Ma le star sono le etichette italiane, che solo tino a sei anni fa occupano una quota del 2% delle etichette scambiate sulla piattaforma londinese. A trainare Il mercato del Made in Italy in bottiglia, quest’anno è stata In gran parte l’ottima performance del Sangiovese 2015 di Soldera, uno dei vini simbolo dl Montalcino e della Toscana, seconda etichetta più scambiata al mondo con una quotazione dl 4.400 sterline a cassa (dietro solo a Chàteau Latour 2010, (violato 10.400 sterline a cassa). Il Soldera “Case Basse” (l’azienda, dopo un atto vandalico, era uscita dal Consorzio e ha perduto la denominazione Brunello) ha spinto la quotazione dei vini italiani scambiati al 27,7% durante l’ultima settimana di aprile. In media da inizio anno la quotazione si è assestata al 22,5%. Un altro Toscano blasonato, l’Ornellaia 2017 si piazza al quinto posto, quotato 1.330 sterline a cassa. La non applicazione dei superdazi Usa, bisogna ricordarlo, ha beneficiato le performance italiane. Un altro record si era registrato sempre ad aprile, trainato stavolta da un Barolo, il Barolo Riserva Monfortino 2013 di Giacomo Conterno, il vino più scambiato nel primo trimestre, che ha raggiunto una quotazione di 7.400 sterline a cassa. Un’altra etichetta nella top 5 delle più scambiate, il Barolo Bricco Viole 2016 di Vajra. Ma il Covid 19 si fa sentire anche su questo mercato: i record nascondono una seconda faccia, la pressione sui prezzi. Ora buyer, mercanti e retailer si trovano di fronte a un bivio: tenere o addirittura capitalizzare comprando buone opportunità. Oppure, come più probabile, mantenere i livelli di turnover, che però vuol dire abbassare i prezzi, per cercare di investire su nuovi stock a livelli superiori.

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