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La Repubblica / Affari & Finanza

Il banchiere del vino guadagna terreno: Gianni Zonin, a capo della Popolare di Vicenza, già vicepresidente della Bnl, è il maggior imprenditore italiano delle vigne e ha vinto anche la sua scommessa di puntare al sud … il maggiore imprenditore privato italiano delle vigne … è alla ricerca continua della qualità. Se ne parlava anni fa quando il cavaliere aveva deciso di dare un’impronta diversa alla sua produzione. Non era uno scherzo convertire l’immagine di 20 milioni di bottiglie che finivano in larga misura sulle gondole della grande distribuzione. Nacque l’idea delle fattorie: di etichettare cioè i vini con i nomi delle diverse aziende vitivinicole e di lasciare la produzione di largo consumo col marchio Zonin … Da quel momento la qualità è diventata la priorità massima di Gianni Zonin. Nel volgere di cinque anni le aziende hanno cambiato filosofia produttiva. E si sono moltiplicate. Confidava tre anni fa: "bisogna andare al Sud, lì si possono fare grandi vini». E lo diceva quando ancora moltissimi compravano i mosti meridionali per tagliare i loro vini blasonati. Eccolo dunque sbarcare prima in Sicilia nel Feudo dei Principi Buttera e poi in Puglia a Oria nelle masserie del Conte MartiniCarissimo. Queste due mosse di Zonin hanno convinto i maggiori produttori di vino italiano a fare shopping di terreni in meridione. "E’ una scommessa importante quella del Sud - commenta Zonin, che in Sicilia s’è pure comprato una banca - perchè il terroir e le condizioni climatiche consentiranno di fare grandi cose. A condizione però che si abbia la terra per controllare il ciclo produttivo completamente". Franco Giacosa, diventato il winemaker dell’impero Zonin, a pochi intimi, all'ultimo Vinitaly, faceva degustare il merlot prodotto in Sicilia cercando consensi. Li ha ottenuti: quel merlot che uscirà sul mercato il prossimo anno è una bottiglia di alta qualità. E segna una tappa importante nella storia ultracentenaria della Zonin. "Ne sono convinto - commenta il cavaliere - è per questo che abbiamo continuato ad acquisire terreni. Credo che la missione delle mie aziende sia di dare al vino italiano la possibilità di reggere le concorrenza internazionale su tutti e tre i fronti: della qualità, del prezzo e della quantità". Se infatti il boom del vino italiano in bottiglia ha un limite sui mercati esteri è proprio quello di non riuscire a coprire per intero la richiesta, anche per l’eccessiva parcellizzazione delle proprietà agrarie. "Programmaticamente - rivela Zonin - ho cercato di presidiare con estensioni viticole significative tutte le zone più importanti. L’ho fatto studiando ogni acquisizione per avere una gamma di vini che potessero reggere la concorrenza internazionale".
Le proprietà Zonin sono, oltre a Gambellara, undici in Italia più un importante presidio a Barboursville, in Virginia dove lo chardonnay Zonin è considerato uno dei migliori d’America. Le undici proprietà sono in Fiurli, in Oltrepò, in Toscana, in Piemonte, in Sicilia e in Puglia. Complessivamente 3 mila ettari con oltre 1500 ettari di vigne (a cui si aggiungono i 500 ettari dei quali 70 vitati posseduti in Usa) tutte presidiate da dimore storiche e da cantine all’avanguardia per tecnologia ... Nessuno in Italia ha altrettanto. "è stato uno sforzo notevole - commenta Zonin - ma resto convinto che il vino si fa in campo. E avevo bisogno di consolidare la proprietà delle vigne. Adesso dobbiamo ottimizzare la produzione e poi dedicarci agli strumenti finanziari". Emerge il banchiere? "No, dico soltanto che il boom del vino ha fatto dimenticare a molti che le aziende hanno bisogno anche della parte finanziaria per stare bene sul mercato. Io penso alla Borsa, o a fondi chiusi: bisogna sostenere la forte patrimonializzazione delle aziende vitivinicole. Senza la terra non si può fare un grande prodotto". C’è un altro ingrediente che Zonin mette in campo: la coesione familiare. I suoi figli cominciano già a lavorare in azienda. "La continuità è fondamentale, ma anche l’esperienza e la conoscenza tecnica. E’ per questo motivo che io do moltissima importanza al fattore umano". … Numeri in continua crescita. C’è da pensare a qualche altra acquisizione? "No - spiega Zonin - adesso è il momento di consolidare. Abbiamo ancora vigneti da piantare soprattutto al Sud, dobbiamo continuamente innovare sia in campo che in cantina. Li concentreremo i prossimi investimenti. Ora le dimensioni sono quelle giuste e anche il fatturato che è arrivato nel duemila a 150 miliardi con una quota del 37% dall’export in 64 paesi. La nostra prossima acquisizione deve essere una qualità di livello altissimo".

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