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La Repubblica / Affari & Finanza

Boom di turisti a spasso tra cantine e vigneti. L’enoturismo sviluppa un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro con previsioni di crescita per quest’anno del 10% Si sta all’aria aperta ma si riscopre anche la cultura del territorio. Ora va di moda sposarsi tra botti e vendemmie ...
L’appuntamento è per il 26 maggio, rigorosamente di domenica. Quel giorno le porte di tutte le cantine si spalancheranno per accogliere i visitatori, sempre più numerosi, che hanno imparato a coniugare il vino non più solo con la buona tavola, ma anche con il tempo libero, le passeggiate all’aria aperta, le scoperte di nuovi territori e di nuove realtà produttive. Quando c’è "cantine aperte", questo il nome della manifestazione che si svolge n tutto il mondo da diversi anni, la fantasia dei nostri "vignaioli" si scatena. C’è chi si inventa mangialonghe, ovvero tappe di degustazione di vini e cibi tra i vigneti e chi dà a feste e balli con in costumi tradizionali, a mercatini e mostre d’arte. Tutto, pur di far festa.
Ma non è solo il puro divertimento la finalità del "Movimento turismo del vino", l’associazione fondata nel 1993 per promuovere, appunto, il settore del turismo legato al mondo enoico e che ha dato vita a questo evento. «Il concetto che vogliamo far passare è che non c’è solo la piacevolezza delle giornate passate all’aperto, la degustazione di prodotti genuini, ma anche la cultura del vino, la riscoperta di tutte le tematiche legate al territorio. La valorizzazione del territorio parte dalla qualità del vino ma si deve allargare a tutte le strutture ricettive, allo stesso artigianato locale per creare un network del turismo rurale», spiega Ornella Venica, presidente del Movimento turismo del vino, che oggi conta oltre 900 associati. Moglie di Giorgio, Venica, che insieme al fratello Gianni è arrivato alla terza generazione dell’azienda di famiglia situata a Dolegna del Collio, in Friuli, Ornella Venica si occupa in particolare del marketing. Una parola fino a non molti anni fa poco usata dai produttori italiani, spesso ancora associata a note negative. Oggi è tutto il contrario.
Andar per cantine è un piacere ma è diventato anche un affare. Non siamo ancora ai livelli di altri paesi. Negli Stati Uniti, per esempio, la Napa e la Sonoma Valley vantano tour organizzati da fare invidia a Miami. Ma le stime parlano per l’Italia di un fatturato aggiuntivo di 2,5 miliardi di euro, con previsioni di crescita per quest’anno del 10%. Molti ormai i produttori che offrono ospitalità, per dormire e anche per mangiare, nei propri vigneti. Un esempio lo offre la stessa Venica & Venica, che conta su un agriturismo con molti comfort, a partire dalla piscina. Più spartano è l’albergo dei produttori Brezza nel cuore dei vigneti cru di Barolo, una delle mete preferite di turisti svizzeri e tedeschi. Ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. E non solo al nord. Per gli ecologisti spinti, per esempio, un angolo di ritorno al passato, con la possibilità di partecipare attivamente alla vendemmia e alla spremitura dell’uva come si faceva in passato si apre a Torano Nuovo, in provincia di Teramo, dove la famiglia Pepe produce vino rigorosamente biologico.
L’attenzione al mondo del turismo del vino, a cui il Vinitaly di Verona dedica una sezione apposita, è talmente cresciuta che l’ultima moda, soprattutto al sud, è quella dei matrimoni in cantina. E di pari passo all’affermazione delle cantine si afferma anche l’indotto. L’enoturismo, dicono le stime del Censis, dovrebbe creare entro il 2003 10.000 nuove occupazioni, Molte già si intravvedono. L’organizzazione di viaggi e servizi ad hoc, per esempio. Una nicchia scoperta dalla Fufluns Viaggi, fondata da Filippo Magnani, un trentenne di Suvereto (provincia di Livorno) che sta puntando tutto sulle attività connesse all’enoturismo, dalle gite a cavallo in poi. La Maremma, zona altamente promettente. Qui si stanno concentrando le attenzioni di produttori della Franciacorta, per esempio, come Muratori e Terra Moretti, che hanno acquisito nuovi "terroir".
Il boom dell’enoturismo deve ancora esplodere. E la corsa agli investimenti in questo settore è notevole. Un esempio lo offre appunto Terra Moretti. La holding di famiglia ha infatti comprato a Castiglion della Pescaia la Badiola del Gran Duca di Toscana, un’antica dimora destinata a diventare presto un Relais & Chateaux tra vigne e ulivi. Altro grande investimento è stato stato recentemente fatto dalla cantina La Vis, terzo polo della viticoltura trentina, in forte fase di espansione. Ora si accinge a debuttare nell’enoturismo di lusso, con un investimento di 5 milioni di euro sul il "Maso Franch", antica struttura del ‘700 destinata ad accogliere in futuro viaggiatori, rigorosamente della fascia top.

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