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La Repubblica / Affari & Finanza

Il polo del lusso e delle cantine d’autore dove Antinori punta a fare il "Masseto 2" ... «In Francia hanno gli Chateaux, noi stiamo investendo sulle cantine d’autore per dare una connotazione al territorio, una sua identità». Nel salotto dell’Ornellaia, la casa di famiglia, la casa della madre, che ha voluto tenere pur avendo ceduto la tenuta circostante, il marchese Lodovico Antinori parla del suo nuovo progetto, la cantina firmata da Gae Aulenti nella tenuta di Campo di Sasso, vicino Bibbona, in provincia di Livorno. L’arrivo dell’architetto e designer milanese, che con questo progetto firma per la prima volta una cantina, è l’ultima di una serie di iniziative Petra a Suvereto, di Mario Botta; Rocca di Frassinello a Gavoranno, di Renzo Piano che fanno dell’alta Maremma un polo del lusso e del design. Una rinascita del territorio basata su un nuovo modello di marketing territoriale che punta a dare uno stile, un’impronta all’area, senza modificare o turbare le caratteristiche proprie dell’area. Anzi, valorizzandole, facendone un elemento di richiamo internazionale.
In questa rinascita la famiglia Antinori sta giocando un ruolo chiave. Piero, fratello di Ludovico, nell’ex colonia Olivetti di Marina di Bibbona, vicino Bolgheri, ha dato vita al Grand Hotel il Tombolo, un resort a cinque stelle dove si pratica la talassoterapia, un che solo ora si sta affermando nel nostro paese. Un resort meta di ricchi turisti, per lo più stranieri. Sempre in Maremma c’è Guado al Tasso, la tenuta gestita da Allegra, una delle figlie di Piero.
A Campo di Sasso i due fratelli, Piero e Lodovico, che da giovani hanno preso strade separate, tornano a fare business insieme dopo 20 anni. «Il progetto è molto bello e gioca soprattutto su due elementi: sobrietà e ricercatezza. Bassissimo l’impatto ambientale, perché la cantina sarà quasi completamente interrata», spiega Lodovico Antinori alla presentazione ufficiale del progetto, due settimane fa. Stile, sì, ma anche tecnologia. L’impiantistica enologica è infatti affidata all’ingegnere bordolese Jean Louis Bouillet, inventore della pressa verticale per le uve. Cinquanta ettari coltivati a Cabernet Franc, Petit Verdot e Merlot, da alcuni esperti definita una delle più belle tenute d’Italia. Tra i vigneti, un relais, ricavato in un edificio di epoca Leopoldina. Qui si produce l’Insoglio del Cinghiale, il vino base: dal prossimo anno uscirà sul mercato il Pino di Biserno, seconda fascia, nel 2008 uscirà il Biserno, il top. Ma Campo di Sasso è il nuovo laboratorio di Lodovico, il trampolino di lancio del Masseto 2, un nuovo vino che vorrebbe far diventare, come il mitico Masseto, un culto internazionale. «Ho scoperto che il Merlot qui viene particolarmente bene e gli ho riservato un angolo per studiare qualcosa di estremamente innovativo». Per raggiungere l’obiettivo ha reclutato l’enologo Michel Rolland, il numero uno al mondo.

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