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La Repubblica / Affari&finanza

Un´ottima annata grazie al radar ... Un´ottima annata grazie al radar. Un´innovazione che testimonia ancora una volta come in agricoltura - considerata la più "old", la più vecchia, della "old economy" - la tecnologia più avanzata stia prendendo piede, favorendo in molti casi un maggior rispetto dell´ambiente, favorendo produzioni meno invasive dell´equilibrio naturale. Phil Freese, viticoltore sudafricano, è diventato il pioniere di un nuovo sistema per studiare il suolo basato proprio sul radar. Nella sua tenuta di Vilafone, Paarl, nela zona settentrionale del Sud Africa, Freese ha impiantato 3 ettari di Malbec e Merlot, due dei vitigni principali da lui coltivati, dopo aver esaminato l´area e le potenzialità del suolo usando uno strumento conosciuto come Sistema Em38 di penetrazione nella terra con radar. Lo strumento si basa sul Gps, Global Positioning System, il sistema americano di posizionamento via satellite, capace di fornire la più accurata immagine del comportamento della composizione del terreno: in pratica riesce a fornire una mappa del terreno sia dal punto di vista dei movimenti indotti dalla gravità terrestre sia da quello della densità del suolo.
Il lavoro di Freese si svolge in partnership con l´università di Stellenbosch, l´area più famosa per la produzione del vino in Sud Africa. Le ricerche vengono anche condivise con i laboratori dell´Università della California. L´obiettivo è di sviluppare un ipersofisticato vigneto nella cosiddetta Alexander Valley. Senza alcun impatto sul suolo, senza danni o disturbi minimi, l´Em38 è in grado di dare, stando a quanto dichiara Freese, un quadro completo di come il suolo cambia sia in superficie che in profondità, al momento fino a 1 metro e mezzo al di sotto della superficie.
L´apparecchio non elemina la necessità di fare i buchi nel suolo per effettuare i cosiddetti "carotaggi" i prelievi per studiare la composizione del suolo a 1,8 metri di profondità. Ma Em38 consente di realizzare una mappa ad ampio raggio che può fungere da bussola per orientarsi tra le differenze del terreno che possono influenzare la qualità delle viti, e dunque indica dove andare ad effettuare i test del suolo. In pratica una mappa che aiuta a ridurre al minimo le differenze del terreno in aree sempre più grandi. Non è la sola tecnologia in uso. Nei 42 ettari di questa tenuta, che ha messo in commercio le prime bottiglie nel 2003, si usa il "Leaf water potential", un sistema per misurare la pressione dell´acqua nelle foglie, rilevazione che consente di assestare il cosiddetto stress idrico, fondamentale per dare le ottime annate. Freese utilizza anche Ndvi, Normalised difference Vegetation Index - un indiche basato su immagini satellitari e siluppato dalla Nasa- per misura il vigore del vino.

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